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Pakistan, l'’ex stella del cricket torna in campo contro i corrotti

Imran Khan, capo del partito di opposizione, raduna una folla immensa a Karachi. Il suo slogan: "Uno tsunami umano contro questi politici"

Pakistan, l'’ex stella del cricket torna in campo contro i corrotti

Tocca al volto patinato del Pakistan, dare la scossa al paese. In una nazione sempre più in crisi, dove crolla la popolarità del presidente Asif Ali Zardari, è Imran Khan, l’ex campione di cricket oggi leader del partito di opposizione Pakistan Tehrik-e-Insaaf (Pti, Movimento per la giustizia), a guidare l’indignazione popolare contro la corruzione della classe politica. E come sui campi da gioco, lo fa con risultati senza precedenti.

L’altro giorno a Karachi Khan è riuscito a radunare una folla oceanica di centocinquantamila persone, sotto slogan di «cancellare la corruzione nel Paese con uno tsunami» umano. Secondo il Pti, i manifestanti erano addirittura cinquecentomila. Lo scorso ottobre Khan era già riuscito a mobilitare centomila connazionali in una manifestazione a Lahore, nel Punjab, la provincia di cui è originario, nonché la sua roccaforte politica. Il successo di Khan a Karachi, fuori dal suo «territorio», è quindi particolarmente significativo secondo gli analisti. «Quando ho visto lo tsunami a Lahore, pensavo che sarebbe stato molto difficile superarlo. Ma oggi mi congratulo con voi, popolo di Karachi» ha esultato Khan. Khan, 59 anni, è da 15 in politica: ora il suo movimento sta ricevendo l’adesione di numerose personalità politiche, tra cui l’ex ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi.

«Abbiamo bisogno di un governo che cambi il sistema ed elimini la corruzione. Per questo abbiamo bisogno che il Pti arrivi al potere» ha detto Khan alla folla. Il leader del Pti, che mira a diventare primo ministro, ha promesso che porrà «fine alla corruzione in 90 giorni». «Per prima cosa dobbiamo creare un giusto sistema legale, che non discrimini. Porteremo la giustizia in ogni piccolo villaggio, gratuita per tutti». Sede della manifestazione era Mazar-e-Qaid, il mausoleo del padre della nazione, Qaid-e-Azam Muhammad Ali Jinnah, di cui proprio l’altro giorno ricorreva il centotrentacinquesimo anniversario della nascita. Nelle ultime settimane l’esercito pachiestano è stato sospettato di volere compiere un colpo di Stato per far cadere il presidente Zardari, accusato a sua volta di avere inviato lo scorso maggio a Washington un memorandum segreto con una richiesta di aiuto.

La tensione tra il Pakistan e gli Usa è altissima da quando, a fine novembre, in un attacco della Nato al confine con l’Afghanistan sono morti 24 soldati pachistani.

E Imran Khan, da sempre schierato contro gli attacchi dei droni Usa, è pronto ad approfittarne.

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