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Anche Calenda contro il voto: ​"È a rischio la tenuta del Paese"

Il ministro Calenda contro il partito del "voto subito". "Abbiamo appuntamenti ineludibili che non possono essere gestiti durante una campagna elettorale"

Anche Calenda contro il voto: ​"È a rischio la tenuta del Paese"

"Andare alle elezioni a giugno o peggio ad aprile rappresenta a mio avviso un serio rischio per la tenuta del Paese". Carlo Calenda allontana le urne e mette il guardia il partito del "voto subito". Pur precisando di parlare a "titolo personale", il ministro per lo Sviluppo economico ricorda che "la posizione del governo sulla questione elettorale è chiara: a decidere saranno il parlamento e il presidente della Repubblica".

In una intervista al Corriere della Sera, Calenda elenca quegli "appuntamenti ineludibili" che il governo avrà da qui all'estate. "Bisognerà attuare le iniziative per stabilizzare il sistema bancario - elenca il ministro - andrà implementato il piano Minniti sull'immigrazione per fronteggiare gli sbarchi estivi, andrà impostato il lavoro sulla ricostruzione nelle aree terremotate, andranno fronteggiate alcune difficili e fondamentali crisi industriali". Per questo, è il suo ragionamento, "pensare di gestire tutto ciò e molto altro con un esecutivo dimissionario, nel mezzo di una campagna elettorale, mi pare un azzardo".

Secondo Calenda, il tema centrale sono la "messa in sicurezza del Paese e le riforme fatte del governo Renzi. La mia prospettiva è più economica che politica. E ritengo sia imperativo riflettere sui rischi collegati alla scelta di andare subito alle elezioni". Quanto all'eventuale governabilità, il ministro per lo Sviluppo economico è certo: con la legge elettorale in vigore dopo la sentenza della Consulta, "tutti i sondaggi sembrano indicare come scenario più probabile uno stallo alla spagnola che consegnerebbe l'Italia all'ingovernabilità. In questo contesto il rischio che lo spread acceleri la salita già iniziata mi sembra molto concreto. Questi sono i rischi interni. Poi non va dimenticato che viviamo un'epoca di enormi incertezze anche a livello internazionale".

Sul fronte economico, infine, Calenda spiega che, "al di là dei numeri, serve una finanziaria che dia una scossa al pil. Sarebbe importante anche per l'Europa, perché si darebbe un segnale di tenuta delle forze non populiste. E su questo piano dovremmo iniziare in Italia un confronto proprio con la parte più responsabile dell'opposizione, per presentarci ai mercati in modo forte e coeso.

A questo punto - conclude - le elezioni di febbraio potrebbero avere un esito molto diverso rispetto a quello che si prospetta oggi".

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