Cronache

Anziana usata come scudo muore nell'agguato in strada

Sparatoria in pieno centro: il malvivente si sarebbe nascosto dietro l'84enne, colpita a un fianco e uccisa

Anziana usata come scudo muore nell'agguato in strada

Daniela Uva

Due sparatorie nel giro di mezz'ora e un'anziana, che passava in zona per caso, uccisa a sangue freddo. Ieri Bitonto, cittadina alle porte di Bari, si è svegliata nel sangue. I primi colpi sono esplosi intorno alle 7.30 del mattino verso la casa di un esponente della criminalità organizzata. Trenta minuti più tardi un nuovo agguato, questa volta fra le strade del centro storico. L'obiettivo del commando era, secondo le prime indagini, un ragazzo di vent'anni. Un malvivente con precedenti penali per spaccio di droga. Ma lui, con molta probabilità, ha usato una passante come scudo per difendersi dai circa 17 colpi esplosi da una pistola automatica. Così ha perso la vita Anna Rosa Tarantino, 84 anni.

L'anziana si trovava lì per caso: è stata colpita e ferita in modo gravissimo. Soccorsa da un'ambulanza del 118, è morta poco prima di arrivare in ospedale. Il vero obiettivo dei killer, Giuseppe Casadibari, è invece stato ferito al torace e alla clavicola ed è ricoverato - e piantonato - al Policlinico di Bari. Ha subito la perforazione di un polmone, nei prossimi giorni sarà sottoposto a un intervento chirurgico, ma i sanitari escludono che sia in pericolo di vita. Intanto gli investigatori di squadra mobile e carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica di questo sabato di violenza. La prima ipotesi, non ancora confermata ufficialmente, è che l'84enne sia stata usata dal giovane come scudo umano. Il ragazzo, vicino a un clan locale, sarebbe stato inseguito a piedi dal commando che per colpirlo avrebbe usato due armi: un revolver e la pistola automatica. Proprio da quest'ultima sarebbero partiti i colpi che hanno ferito l'anziana a un fianco, mentre stava attraversando la strada.

La donna era appena uscita dalla chiesa, dove aveva assistito alla Messa, e stava andando a casa di un'amica. Nel suo percorso ha incrociato il giovane, che pur di difendersi, l'avrebbe esposta ai proiettili vaganti. Sempre secondo le prime indagini, le due sparatorie sarebbero collegate e riconducibili a un regolamento di conti fra clan rivali. Che sarebbe proseguito anche dopo la morte dell'84enne. Venti minuti più tardi una terza sparatoria avrebbe, infatti, colpito un cane. Un pastore tedesco usato come guardia da un terzo clan, attivo in una zona ad alta densità di case popolari. Nel frattempo la cittadina pugliese è ancora sotto shock. Il sindaco, Michele Abbaticchio, ha affidato alla sua pagina Facebook tutto il suo dolore: «Sono a pezzi», ha scritto. «Una donna di 84 anni ha concluso la sua vita a causa di una sparatoria in cui, presumibilmente (uso questo termine solo perché ci sono indagini in corso), era solo inerme spettatrice. Lo sdegno e il senso di rabbia che ci assale si riverserà in tutte le sedi competenti perché i cittadini chiederanno conto e giustizia per la loro figlia. Perché, sia chiaro, quella signora è anche figlia nostra», ha aggiunto. «Non sarà una celebrazione o un'onda di commenti social che spegneranno - conclude il sindaco - tutte le azioni necessarie affinché tutti i colpevoli siano perseguiti in ogni modo consentito dalla legge italiana. Sono a pezzi». Intanto il primo cittadino ha deciso di annullare tutti gli eventi pubblici organizzati fino al sette gennaio, «in segno di vicinanza al dolore dei cari della signora deceduta», e ha deciso di proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali. Prima però sarà eseguita l'autopsia sul corpo della vittima.

Passaggio che forse riuscirà a fare maggiore chiarezza su questo delitto orribile.

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