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Bruxelles infierisce: "Tassate la prima casa e aumentate l'Iva"

Oggi le raccomandazioni della Commissione Ma l'Italia è già l'inferno fiscale dell'Europa

Bruxelles infierisce: "Tassate la prima casa e aumentate l'Iva"

Roma - Siamo il paradiso delle tasse, nel senso che ce ne sono troppe e troppo alte, in una Unione che ancora tollera dei paradisi fiscali. Ma da Bruxelles oggi, con tutta probabilità, arriverà una serie di raccomandazioni che, depurata dai fronzoli, si potrà sintetizzare in: continuate ad alzare la pressione fiscale. Oggi è infatti il giorno del «Pacchetto di primavera» della Commissione europea. Arriveranno delle raccomandazioni-paese per quei membri dell'Eurozona che devono correggere in qualche modo la rotta nelle politiche economiche. Noi chiaramente siamo della partita, con il giudizio sulla manovra da 3,4 miliardi varata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e anche per i conti del 2018.

L'Europa dovrebbe promuovere definitivamente la correzione del deficit per l'anno in corso e rinviare il giudizio sul prossimo anno. Nessuna richiesta di sanzioni né richieste preventive di manovre per il 2018. In compenso, ci sarà la ricetta che l'Italia dovrà seguire. Misure molto dettagliate, che non cambiano quasi mai. In particolare l'esecutivo dell'Ue - secondo anticipazioni del Sole24Ore - chiederà di nuovo all'Italia di spostare il carico fiscale dal lavoro ai consumi. In altre parole, di aumentare l'Iva. In teoria per alleggerire il fisco sui fattori produttivi. In realtà, visto che esistono vincoli di bilancio pesanti, per fare quadrare i conti.

Poi un nuovo diktat sulla casa. La Commissione vuole ripristinare in pieno le tasse introdotte dal governo di Mario Monti. E che lo stesso ex premier ha definito, ma solo a posteriori, una «patrimoniale». Quindi il ritorno di Imu e Tasi sulla prima casa, magari con il contentino dell'introduzione di qualche esenzione sulla base del reddito. Tanto per dare una coloritura sociale alla stangata.

È la traduzione in raccomandazioni della vecchia convinzione, forte soprattutto in Germania, che gli italiani abbiano ricchezze private più alte degli altri europei, ma uno Stato con i conti in rosso. Illusione ottica data dal valore degli immobili degli anni passati. Oggi, si sa, la musica è cambiata.

A proposito di record, ieri il centro studi di Unimpresa ha messo insieme un po' di dati su fisco e manovre che danno l'esatta misura di quali siano le anomalie italiane. Intanto le manovre. Negli ultimi nove anni sono state varate correzioni dei conti, tra leggi di stabilità, di bilancio e manovre vere e proprie, da 960 miliardi di euro. Sono quasi due terzi del debito pubblico. Si tratta di risorse finanziarie sparse in 52 provvedimenti normativi e 1.099 nuove voci di entrate nelle finanze statali e locali.

Il fisco italiano continua a essere il peggiore d'Europa. E non solo per l'evasione fiscale. Indicata generalmente - anche dall'attuale ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - come il problema principale. Se si guardano i dati non è così. L'evasione complessiva in Italia è al 24% del Pil, mentre la media europea è inferiore al 20%.

Vero che l'evasione dell'Iva, quella presa di mira dal governo in carica nella manovra che ha come principale voce di copertura proprio la riduzione del gap tra Imposta del valore aggiunto dovuta e pagata, ha raggiunto la quota del 30,2% del Pil da confrontare col 17% della media europea.

Ma è anche vero che la pressione fiscale italiana, sommando la componente tributaria a quella contributiva, è al 64,8% contro media Europa 40,6%.

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