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Calciatore pro-terroristi cacciato dalla Bundesliga. Condannata 16enne Isis

Il calciatore di origini tunisine Anis Ben Hatira paga dazio per il suo coinvolgimento con il gruppo salafita ghanese Ansaar International

Calciatore pro-terroristi cacciato dalla Bundesliga. Condannata 16enne Isis

L'anno scorso nei guai c'era finito il rapper Farid Bang, l'autore della colonna sonora del film «Creed» con Silvester Stallone, ieri è toccato al calciatore di origini tunisine Anis Ben Hatira pagare dazio per il suo coinvolgimento con il gruppo salafita ghanese Ansaar International. Un movimento che solo di facciata si occupa di iniziative culturali e sociali, ma che in realtà finanzia da tempo gruppi di guerriglieri vicini all'Isis in Pakistan, Afghanistan, Siria, Somalia e Palestina. L'atleta 29enne è stato licenziato in tronco dal Darmstadt 98, squadra di prima divisione del campionato tedesco. In conferenza stampa il presidente del club, Rudiger Fritsch, ha ammesso come ormai fosse «impossibile continuare a collaborare con lui. Abbiamo analizzato la situazione parlandogli, purtroppo non ne ha compreso la gravità».

Calcisticamente Anis era cresciuto nelle giovanili dell'Amburgo, difendendo i colori della Germania nel 2009 e vincendo il trofeo Under 21 a fianco dei futuri campioni del mondo Neuer, Khedira e Ozil. Negli anni successivi non era riuscito a ripetersi sugli stessi livelli, anche per via di una sempre più evidente radicalizzazione. Su Facebook il calciatore ha spiegato di potersi «guardare allo specchio senza problemi», ma è altrettanto vero che da almeno un anno fosse finito nella rete dei controlli dell'intelligence tedesca. La stessa che nel 2001 fece scattare le manette ai polsi di un altro calciatore tunisino, Nizar Trabelsi: l'ex promettente centrocampista del Fortuna Düsseldorf venne condannato a due ergastoli per affiliazione ad Al Qaida e per aver progettato un attentato alla base americana di Klein Brogel in Belgio.

Dopo la strage di Berlino i servizi tedeschi stanno scrutando con la lente d'ingrandimento anche il mondo del calcio, soprattutto per scongiurare che l'enorme quantità di denaro che vi circola possa finire a organizzazioni legate al jihadismo. È di origini maghrebine, del Marocco per la precisione, anche Safia S., la 16enne che ieri il tribunale di Celle (Bassa Sassonia) ha condannato a 6 anni di carcere. Lo scorso anno aveva accoltellato un poliziotto riducendolo in fin di vita.

Arrestata, si dichiarò una miliziana di Al Baghdadi.

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