Cronache

Il carabiniere spara alla moglie e uccide le figlie Allarmi inascoltati

All'alba ferisce la donna poi fredda nel sonno le bambine di 13 e 7 anni. La separazione dopo le violenze. A settembre la compagna firmò solo un esposto per «salvare» il marito

Il carabiniere spara alla moglie e uccide le figlie Allarmi inascoltati

Latina. Una trattativa lunga otto ore, con tanto di negoziatori dell'Arma che cercavano di convincerlo ad arrendersi e a liberare le sue figlie. Ma loro, due bambine di 7 e 13 anni, erano già morte dall'alba. Le aveva uccise in casa, mentre ancora dormivano, subito dopo aver sparato alla moglie dalla quale si stava separando, nel garage sotto casa, mentre lei andava al lavoro. L'ultimo colpo è stato per lui, ma soltanto al termine di una lunga mattinata in cui Luigi Capasso, appuntato dei carabinieri di origini napoletane ma in servizio a Velletri, ha dissimulato quanto aveva fatto alle figlie, facendo credere che fossero ancora vive e lasciando che i colleghi intavolassero con lui una trattativa. Una furia omicida che ha risparmiato la donna, Antonietta Gargiulo, 39 anni, operaia alla Findus, ricoverata in gravi condizioni all'ospedale San Camillo di Roma. Una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare, se a certi segnali fosse stata data una diversa importanza. Invece, nonostante ci fosse stata più di un'avvisaglia, Capasso aveva ancora la sua pistola d'ordinanza. E con quella ha sterminato la famiglia.

Si sono svegliati così, ieri mattina, gli abitanti della palazzina di Collina dei Pini, a Cisterna di Latina, dove lei abitava con le due figlie, Martina e Alessia, dopo aver allontanato di casa quel marito violento e gelosissimo, che non ne voleva sapere di separarsi e che negli ultimi tempi non le dava pace, al punto da aggredirla anche davanti al posto di lavoro, come lo scorso 4 settembre, quando lui si era presentato alla Findus per farle una scenata e le aveva dato anche una sberla. Una lite continuata poi a casa, davanti alle bambine.

Da allora lei aveva paura e anche le piccole. Quell'episodio lo aveva segnalato in questura, tre giorni più tardi, ma poi non aveva formalizzato la denuncia per percosse entro i 90 giorni previsti. Anche perché Capasso era stato sospeso dal servizio per una precedente vicenda giudiziaria per truffa e più volte trasferito e lei non voleva fargli perdere il lavoro. Però la misura era colma e Antonietta lo aveva cacciato di casa, minacciandolo che se fosse tornato sarebbe andata a fondo con l'esposto. Per i tre mesi successivi Capasso era stato tranquillo, era andato a vivere negli alloggi della caserma di Velletri. Poi era tornato all'attacco, si faceva continuamente trovare sotto casa. Ma lei non voleva vederlo, neanche in luoghi pubblici, rifiutava ogni occasione di incontro. Era talmente spaventata da informare anche i superiori del marito di quel comportamento al limite dello stalking. Come racconta l'avvocato Maria Belli, che la seguiva nella separazione, «aveva anche parlato con il comandante dei carabinieri». L'appuntato aveva cominciato a farsi seguire da uno psicologo e avrebbe dovuto intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità per potersi riavvicinare alle figlie, alle quali pare fosse legatissimo, ma che dopo gli ultimi fatti non lo volevano più vedere. E questo non lo riusciva ad accettare.

Così intorno alle 5 di ieri Capasso ha sorpreso la moglie sotto casa, mentre usciva per andare a lavorare, e le ha sparato tre colpi. Nonostante il dolore, Antonietta ha avuto la forza di chiedere aiuto ai vicini per le sue figlie perché aveva visto il marito prendere le chiavi di casa dalla borsa e salire con la pistola in pugno. Aveva già capito tutto. Capasso si è chiuso in casa dove le bambine ancora dormivano e le ha uccise nel sonno. Alla più grande ha sparato all'addome mentre era ancora nella sua cameretta, la piccola è stata colpita alle spalle mentre dormiva nel letto della madre. Ma che la tragedia si fosse già consumata i carabinieri accorsi sul posto lo hanno scoperto soltanto intorno alle 13, quando l'appuntato si è suicidato e i suoi colleghi hanno fatto irruzione nell'appartamento.

Fino a quel momento i carabinieri avevano negoziato per ore con lui da un balcone cercando di convincerlo a uscire e a liberare le bambine.

Il fatto però che durante la trattativa non avesse mai fatto sentire la loro voce, come gli era stato più volte chiesto, e i racconti dei vicini che parlavano di più colpi in rapida sequenza dopo quelli rivolti alla moglie, aveva già fatto temere il peggio.

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