Cronache

Che strazio le foto fatte con i piedi

Basta cartoline: oggi ci si racconta con le estremità. E si tocca il fondo

Che strazio le foto fatte con i piedi

«Semplicemente, noi». La didascalia accompagna la foto pubblicata su Facebook, con centinaia di «Mi piace» a suggellarne la bontà artistica, qualche generoso «Wow» e un «Love», ovvero il geroglifico modo di esprimere, in rete, i sentimenti, che ha soppiantato quello, in disuso, delle parole. Ma se avete pensato, in prima battuta, al ritratto di due innamorati, con sfondo romantico e sorriso stampato, siete in errore. L'immagine, di cui sopra, è quella di due piedi, con unghie rosse laccate lei, con pellicina morta lui, uno di fianco a l'altro, immortalati teneramente in spiaggia. Perché la tendenza, già in voga da tempo, ma che sta dilagando (basta vedere su Instagram) è proprio quella di fotografarsi le estremità e mostrarle ad amici e parenti, neanche fossero quelli di Cenerentola. Un trionfo di alluci scottati, mignolini ingobbiti, verruchette e calli. Già dalla partenza per la località estiva il vostro conoscente, al quale avete dato impunemente l'amicizia in rete, inizia il reportage mostrandovi i piedi della sua compagna, incrociati sul cruscotto della macchina, e la scritta «si parte». E tu vorresti commentare «di testa, caro mio, per pubblicare una simile porcheria, soprattutto all'ora di pranzo», ma il politicamente corretto ti fa desistere. Anche se sai che da quel momento, sarà un tormento(ne). Per dire: prima di uscire per una cena, si sentiva la necessità di mostrare agli altri l'abito indossato, più che altro per far invidia alle amiche. Che, di solito, si lasciavano andare a fasulli commenti del tipo «bellissima», «stai da Dio», «una diva», al posto di quello che passava realmente nella loro testa, ovvero «ti si vede la pancia», «sembri la pubblicità di un lassativo».

Adesso, invece, per far sapere al mondo l'importante notizia di una cena sul lungomare nella pizzeria «da Nando» ecco lo scatto che ritrae due piedi smaltati di rosso, dentro un sandaletto estivo e la dida «stasera mi porta fuori». E così, per dire «finalmente al mare» si fotografano le estremità distese sul lettino in spiaggia, o per farci sapere del vostro ritorno alla corsa (quello che nelle intenzioni parte in estate, dovrebbe durare tutto l'anno, ma naufraga appena imboccate la Tangenziale Est sul far del ritorno) ecco l'immagine di voi mentre indossate un calzino bianco e la scritta «oggi si suda». «A me lo vieni dire che sono qua a Milano con 40 gradi all'ombra?».

Insomma, più di Facebook, sembra di aprire Feetbook. Gente che è convinta di non avere dei piedi, ma delle opere d'arte scolpite da Michelangelo. Che fine hanno fatto le belle cartoline di una volta? Quelle che il primo giorno di villeggiatura diventavano un'ossessione per vostra madre. «Mi raccomando, non aspettiamo l'ultimo giorno per comprarle e spedirle. Quante ne prendiamo? Una ventina basteranno?». «Ma a chi devi scrivere che non conosciamo nessuno?». «Eh sì, il fruttivendolo, il lattaio, la portinaia, la signora del quarto piano, la maestra di Gigetto dove li lasci?». Bei tempi quelli, con l'immancabile dilemma del codice postale da inserire (ma Via Gaetano Negri cosa sarà? 20123? Vabbè, metto 20100 per Milano e poi si arrangerà il postino). Andavi dal tabaccaio scegliendo la cartolina più adatta, neanche fosse stato un pezzo pregiato di carne, fantasticando tra un «Riccione di notte» e un «Saluti da Cogoleto». Di solito erano panorami o file di ombrelloni, ma quando volevi essere trasgressivo mandavi all'amico l'immagine di una donna in bikini con stampata la scritta «Se ne vedono di belle a La Spezia». Adesso, no. Nessuno scrive più cartoline. Basta la foto dei propri piedi, poggiati sul cruscotto, con la scritta «purtroppo, si torna a casa».

E il vostro morale? Sotto i piedi.

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