Politica

Così la sinistra ha manomesso tutta la storia

Il Pci non c'è più, ma le bugie storiche restano

Così la sinistra ha manomesso tutta la storia

Un amico – che pure si occupa di storia e di politica – si dichiara esterrefatto che solo ora, su Internet, si parli dell'assassinio di Trotzki ad opera di Mercader, il sicario di Stalin, tra l'altro fratello della moglie di De Sica. Perché nessuno ne ha parlato prima?, si chiede. La ragione è semplice, amico mio. Era stato un delitto voluto da Stalin e maturato nelle pieghe del comunismo internazionale, e a Stalin il Partito comunista italiano guardava come ad una guida.

L'episodio rilevato dal mio amico a me pare significativo della manipolazione cui la storia è stata, da noi, a lungo sottoposta per ragioni di bottega. Parti della storia e della politica degli ultimi ottant'anni sono state un segreto senza che nessuno ci potesse mettere naso perché entrambe erano monopolizzate dal Pci e dai suoi interessi nazionali ed internazionali. L'assassinio di Trotzkij rientrava nella fattispecie ed era stato di fatto impedito a chiunque non fosse della «chiesa comunista» di occuparsene e di conoscerlo. Per decine d'anni, questa è stata la situazione culturale dell'Italia. Che Internet se ne occupi solo ora è motivo di scandalo per il mio amico, ma, evidentemente, non lo è per nessun altro fino a ieri cresciuto all'ombra della censura comunista. Ne parla Internet solo ora perché, nel frattempo, le cose sono mutate e, almeno una parte della verità è venuta a galla con la dissoluzione dell'Urss e del comunismo nel mondo. Da noi, certe verità – e non quelle minori – della storia del comunismo internazionale e di quello nazionale sono rimaste segrete perché così aveva voluto chi dominava la cultura storica e politica nazionale. Sul piano internazionale, ad evitare che se ne parlasse avevano provveduto i sostenitori dell'Unione Sovietica attraverso le loro relazioni, soprattutto nel Secondo dopoguerra, grazie anche al suo contributo nella vittoria sul nazifascismo. Altro argomento manomesso...

Che piaccia o no, gli italiani hanno vissuto in una storia «dimezzata» da interessi estranei alla ricerca storiografica, perché lo aveva deciso una parte del mondo della politica tanto influente da imporlo. Che, poi, ciò sia accaduto perché coloro i quali, gli storici di professione, avrebbero dovuto parlarne e non lo hanno fatto è un ulteriore motivo di scandalo. Mi chiedo, perciò, come una parte della nostra borghesia - quella benestante e culturalmente interessata a questo genere di vicende - sia rimasta zitta anche ora.

Forse, risponde davvero a verità il fatto che i quattro gatti liberali sono troppo poveri per essere (anche) comunisti... Se troppo a lungo la storia, da noi, è stata vissuta «dimezzata» da interessi estranei alla storiografia lo si deve, palesemente, non solo all'egemonia del Pci - che ne era il maggiore responsabile - ma anche alla colpevole sudditanza di chi comunista non era, ma all'egemonia comunista si era piegato per vile opportunismo. Non è un caso che l'Italia sia stata il Paese occidentale col maggior, e più influente, Partito comunista dopo quello sovietico, uscendone solo dopo che il comunismo si era dissolto con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. C'è, dunque, molto ancora da fare sul piano storiografico per ripristinare un minimo di attendibilità rispetto alle pseudo-verità circolate finora. Dovrebbero occuparsene la scuola e il giornalismo. Ma perché non lo si fa? Mi piacerebbe che qualcuno, ai piani alti dello Stato e della società civile, desse una qualche risposta...

piero.

ostellino@ilgiornale.it

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