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Giornalista aggredita e presa a schiaffi mentre intervista la moglie di un boss

L'inviata del Tg1 nel quartiere Libertà. È stata portata in ospedale

Giornalista aggredita e presa a schiaffi mentre intervista la moglie di un boss

Bari - È stata aggredita mentre stava realizzando un reportage nel quartiere Libertà di Bari, rione ad alto rischio a pochi isolati dalle vetrine del centro, dove poche ore prima si era tenuto un incontro sulla legalità. Lei, la giornalista del Tg1 Mariagrazia Mazzola, è stata schiaffeggiata dalla moglie di un boss ed è rimasta ferita: è stata accompagnata al pronto soccorso del Policlinico. «Non sono stata insistente perché sono sempre rispettosa di tutti, ho fatto il mio dovere di cronaca», ha dichiarato l'inviata.

Polizia e carabinieri hanno in parte ricostruito quanto accaduto in un'area che da tempo è epicentro di un autentico terremoto criminale, un quartiere di circa sessantamila abitanti divenuto ormai una polveriera: qui sono radicati alcuni dei più agguerriti clan della mafia barese, residenti e commercianti sono esasperati, rapine e aggressioni sono all'ordine del giorno, i negozi sono utilizzati come bancomat da bande di giovani legati alle cosche. Proprio sul tema della legalità ieri mattina il presidente dell'associazione antimafia Libera, don Luigi Ciotti, aveva incontrato gli studenti del rione. E poco dopo c'è stata l'aggressione, come accaduto a Ostia il 7 novembre quando l'inviato di Nemo, Daniele Piervincenzi, fu ferito da Roberto Spada. Secondo quanto accertato fino a questo momento, Mazzola ha tentato di intervistare la moglie di Lorenzo Caldarola, boss del rione, in carcere dal marzo dell'anno scorso, ma è stata colpita al volto. La giornalista è stata subito soccorsa dal parroco della chiesa del Redentore, e trasportata in ospedale per accertamenti.

Da giorni in Puglia si accavallano i timori legati l'offensiva della criminalità organizzata. Secondo l'ultima relazione presentata al Parlamento dalla Dia nella regione sono segnalati 139 clan distribuiti in 115 città. Le situazioni più gravi sono a Foggia e Bari, dove è stata accertata la presenza di 40 e 35 cosche, uno scenario considerato molto pericoloso. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, presidente dell'Anci, da tempo ha lanciato l'allarme e da quasi 2 anni vive sotto scorta. «Quanto accaduto dichiara è inaccettabile. Non si può tollerare una violenza di questo tipo nei confronti di una professionista.

Non permetteremo che il nome della città possa essere affiancato ad episodi di questo tipo».

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