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Il governo vuol disdire l'Air Force Renzi

Conte e Di Maio: «Meno spreco». Per ora ci costa oltre 76mila euro al giorno

Il governo vuol disdire l'Air Force Renzi

Roma - Costerà un sacco di soldi ai contribuenti rescindere il contratto di leasing, ma Giuseppe Conte ne farà sicuramente spendere meno agli italiani dando indietro il colosso della flotta di Stato, l'Airbus 340-500, ormai chiamato da tutti «Air Force Renzi». Il premier ha, infatti, annunciato ieri che si sta muovendo per dare indietro il velivolo, voluto dal governo Pd, che era stato preso per 8 anni per la «modica» cifra di 168 milioni e 205mila euro, come scrisse a suo tempo Il Giornale. Fu un capriccio dell'ex premier, che si attirò critiche da ogni dove. L'aereo sinora è costato 76.440 euro al giorno più spese. E grazie alla mossa dell'esecutivo giallo-verde adesso si andranno a risparmiare i costi vivi, ovvero quelli di hangar, di manutenzione, di carburante e per l'addestramento continuo del personale. «Meno spreco di denaro pubblico ha scritto Conte su Facebook -, meno spese. Da subito il governo ha voluto dare segnali di forte cambiamento rispetto al passato. In quest'ottica si inserisce la volontà di rescindere il contratto in leasing dell'Airbus A340-500, acquistato in passato per i voli di Stato dell'esecutivo Renzi. A questa Presidenza, per le missioni internazionali che siamo chiamati a svolgere, un aereo così grande non serve. È uno spreco e un capriccio a cui rinunciamo molto volentieri». Ed è proprio l'ex premier Pd a rimandare le accuse al mittente: «Non ci sono mai salito, non era per me», insinuando che l'aereo era destinato ai viaggi internazionali delle imprese italiane. Solo che sul contratto di leasing, ciò che afferma Renzi non sta scritto da nessuna parte. In effetti il velivolo non è stato quasi mai usato («Aspettava la jacuzzi e la camera da letto...», è la stilettata di Di Maio). Allora che senso aveva quell'accordo con Etihad e Alitalia (che si occupava della parte manutentiva)? Anche il vicepremier Luigi Di Maio esulta: «Con il governo del cambiamento - dice in una diretta Facebook dall'hangar di Fiumicino che ospita l'aereo - le priorità sono le esigenze dei cittadini, non le esigenze dei politicanti».

Cosa certa è che rescindere il contratto costerà un sacco di soldi, ma sicuramente meno di quei 168 milioni e rotti per un leasing per l'acquisizione per 8 anni di un aereo che, all'epoca, poteva essere acquistato per 50 milioni di euro. Che ne sarà quando tornerà alla compagnia? Non ci sarà bisogno di riconvertirlo, visto che non è mai stato modificato, dato che sarebbero stati necessari 20 milioni di euro. Peraltro, ci si rivolse a Finmeccanica per installare il wi-fi, ma non fu possibile perché si trattava di un Airbus. Insomma, un mezzo che è stato un fallimento su tutti i fronti, che ha solo gravato sulle tasche dei cittadini e che, visto l'utilizzo pressoché nullo, anche considerando che data la grandezza può decollare solo da Fiumicino, è stato assurdo acquistare.

Adesso l'Air Force Renzi tornerà a casa, come è stato con chi lo ha voluto.

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