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Quelle trame dietro il pizzino a Berlusconi

L'avvertimento a Renzi sull'Italicum è solo l'ultimo dei disegni del grande ex

Quelle trame dietro il pizzino a Berlusconi

Roma - Sì, lui è solo un ex, adesso regna negli spazi ridotti di Palazzo Giustiniani e da otto mesi su al Colle c'è un altro capo dello Stato, però tutto sembra ruotare ancora attorno a Giorgio Napolitano. È come se il tempo si fosse fermato: ministri che cercano una sponda, la minoranza del Pd che gli chiede una mano, l'opposizione che domanda consigli. E King George non si tira indietro, non lo ha fatto nemmeno martedì al Senato quando ha preso la parola mentre Fi, Lega, M5S lasciavano sdegnati l'aula. «Al di là del disegno di legge costituzionale, bisognerà dare attenzione a tutte le preoccupazioni espresse in queste settimane in materia di legislazione elettorale e di equilibri istituzionali». Come dire: caro Renzi, ora devi ritoccare l'Italicum.

Una tesi che piace alla sinistra del Pd. «Il presidente ci ha dato l'opportunità di riflettere», dice Vannino Chiti. Potrebbe anche piacere a Forza Italia, se non fosse che, oltre a dare un suggerimento al premier, Napolitano non avesse preso carta e penna e scritto un durissimo messaggio contro Silvio Berlusconi che, nell'assemblea del gruppo forzista a Palazzo Madama, lo accusava di aver compiuto un golpe facendo cadere il suo governo nel 2011. «Ho letto attribuite a Berlusconi parole ignobili che dovrebbero indurmi a querelarlo, se non volessi evitare di affidare alla magistratura giudizi storico-politici, se non mi trattenesse dal farlo un sentimento di pietà verso una persona vittima ormai delle proprie, patologiche, ossessioni».

Dopo aver scritto il messaggio su carta intestata del Senato, l'ex capo dello Stato ha chiamato un commesso e l'ha fatto consegnare al capogruppo Paolo Romani. Poi, come raccontano le cronache parlamentari, commentando con i «colleghi» senatori, è andato pure oltre. «Deluso da qualche atteggiamento? Ma qui entriamo nel campo della psicologia. E io non voglio fare commenti politici, figuriamoci quelli psicologici». E si è sfogato con Pier Ferdinando Casini: «Lui ricorda il 2011, ma dimentica il 2010 quando diedi 45 giorni di tempo al suo governo per affrontare la fiducia».

Il giorno dopo Forza Italia ribolle. «Quel tragico 2011 ha portato alla sospensione della democrazia - si legge sul Mattinale di Renato Brunetta - Sfidiamo il presidente emerito a presentare un disegno di legge per istituire una Commissione di inchiesta». «Quella lettera a Romani è indegna - aggiunge Daniela Santanchè - Da un ex capo dello Stato ci si sarebbe aspettato un comportamento ben diverso, ma non potevamo farci troppe illusioni su una persona che ha messo in campo un golpe aprendo la strada a tre governi non scelti dal popolo». «Venuta meno l'intoccabilità data dal Quirinale, Napolitano sembra allergico alle legittime critiche verso il proprio operato.

La sua partecipazione attiva nel mandare a casa il governo Berlusconi legittimamente eletto è una responsabilità politica enorme».

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