Politica

Preso Morabito, il boss della coca che ha inondato Milano di droga

Ricercato da 23 anni, si è tradito iscrivendo la figlia a scuola

Andrea Acquarone

Di alias ne aveva tanti, almeno quanti gli anni di galera che deve scontare. Travestito da donna faceva ancor più paura che con la sua vera faccia da boss super ricercato.

Ventitrè anni di latitanza criminale, rifornendo di «neve» l'allora Milano da bere, carichi di cocaina da centinaia di chili a volta, poi i tempi cambiano ma il malaffare continua magari con «investimenti» diversi. Eccolo Rocco Morabito, 52 anni tra qualche settimana, l'imprendibile primula della 'ndrangheta che è riuscito a farsi catturare forse per troppo orgoglio. A Montevideo, in Uruguay, lo conoscevano col nome di Francisco Antonio Capeletto Souza, nato il 14.10.1967 a Rio de Janeiro (Brasile). Ufficialmente uomo d'affari, benestante è dir poco, si è sempre nascosto senza sparire, camuffandosi facendosi vedere, incontrando gli «amici». Alla fine lo ha tradito l'aver iscritto la propria figlia scuola usando il vero cognome. Ovvero il suo, quello di un ricercato. Domenica la polizia lo ha acciuffato in un hotel del centro della capitale insieme con la moglie, Paula Maria, 54enne angolana con passaporto portoghese: di fatto risiedevano da 13 anni nella vicina località balneare di Punta del Este. Splendida villa con piscina.

«Non ha opposto resistenza. In un primo momento ha negato di essere lui ma poi, messo alle strette, ha ammesso la propria identità», racconta Emilio Russo, dirigente della seconda divisione Interpol dello Scip (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Nella sua «vera» abitazione «balneare» gli agenti hanno trovato armi, due autovetture di lusso, tredici telefonini, 12 carte di credito e assegni in dollari. Originario di Africo, in provincia di Reggio Calabria, feudo della cosca di «Peppe 'u Tiadrittu», Morabito era uno dei cinque mafiosi più ricercati d'Italia. Semplicemente «lavorava» dall'estero. «Proprio in ragione di quel che è stato trovato- spiegano i nostri investigatori- riteniamo che Morabito svolgesse ancora un ruolo di rilievo nell'organizzazione criminale, che non fosse un ex 'ndranghetista, ma un soggetto attivo».

Adesso, in attesa che si completi la pratica di estradizione, il «re della coca» sconterà tre mesi di carcere nel Paese sudamericano con accuse quasi banali: detenzione di documenti falsi e usurpazione di identità. In Italia il boss dovrà invece scontare una condanna a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga, arrivata dopo che agenti sotto copertura lo avevano sorpreso a pagare 13 miliardi di lire per un carico di droga di almeno una tonnellata.

All'ombra della Madonnina fece la sua fortuna, partito dal paesello della Calabria. A soli 25 anni era diventato il boss rampante delle notti milanesi. Prima di sparire nel 1992 aveva tentato di importare 592 chili di polvere bianca dal Brasile, altri 630 chili nel 1993.

Quando smise di «nevicare», su una Milano abbruttita e senza più stagioni, lui se ne andò al mare.

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