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"Revocata l'autonomia". Il Kashmir sotto assedio

Il governo indù di Modi elimina lo statuto speciale. Il Pakistan pronto a rispondere

"Revocata l'autonomia". Il Kashmir sotto assedio

La mossa dell'India che vuole revocare l'autonomia al Kashmir non lascia presagire nulla di buono. La situazione potrebbe sfuggire di mano da un momento all'altro, i turisti fatti andare via a scopo preventivo. L'aria talmente tesa che basterebbe un pretesto per buttare via l'equilibrio precario e traballante su cui è appoggiato il Kashmir, la regione invenzione del colonialismo britannico del 1846, quando il Regno Unito accorpò artificialmente le regioni diverse per etnia, religione e lingua del Kashmir, Jammu, Ladakh, Gilgit, e Baltistan.

Venerdì scorso la paura era già salita ai massimi livelli, le autorità indiane avevano chiesto l'evacuazione di tutti i turisti, chiamando in causa non meglio precisate «notizie di minacce terroristiche». Domenica, il 99% di turisti e pellegrini aveva abbandonato il Kashmir, mentre le autorità dispiegavano 25 mila uomini nella regione, una delle più militarizzate del mondo. I leader del Kashmir, tra cui due ex chief minister, sono stati posti agli arresti domiciliari mentre sono stati oscurati i collegamenti telefonici e le linee internet, come pure vietati i raduni pubblici. L'annuncio della revoca dello status speciale è stato fatto in Parlamento dal ministro dell'Interno, Amit Shah, tra enormi proteste dai banchi dell'opposizione. Si tratta del cambiamento più radicale mai proposto da un governo per il Kashmir, da quando gli era stata concessa l'autonomia in cambio della sua appartenenza all'unione indiana, dopo l'indipendenza dai britannici. E fa paura il riaccendersi della tensione nella regione contesa con il Paskistan, due potenze nucleari vicine. L'abrogazione dell'articolo 370 della Costituzione, in vigore dal 1947 e che riconosceva lo status speciale al Jammu e Kashmir - l'unico a maggioranza musulmana tra gli Stati indiani - è avvenuto tramite un «frettoloso» decreto presidenziale, dopo gli incidenti del fine settimana e le misure di sicurezza prese dal governo del partito nazionalista indù Bjp, del premier Narendra Modi. Per diventare legge ora il decreto deve essere approvato dalla Camera bassa del Parlamento, controllata dal Bjp: ci si aspetta che la votazione sia una pura formalità. La revoca dell'autonomia del Kashmir era uno dei cavalli di battaglia elettorali di Modi, rieletto trionfalmente in primavera per un secondo mandato. Il ministero degli Esteri di Islamabad ha bollato la mossa di Delhi come una «violazione» della risoluzione Onu e ha fatto sapere che ricorrerà a «tutte le opzioni possibili» per ottenere un passo indietro dell'India. India e Pakistan - che sul Kashmir hanno combattuto due delle loro tre guerre - amministrano solo parti del Kashmir e ne rivendicano la totalità del territorio.

Un'insurrezione nella parte indiana della regione è andata avanti per tre decenni, durante i quali decine di migliaia di persone sono state uccise.

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