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Tra i gazebo romani, dove Renzi è incoronato solo dagli over 50

A Roma il 'rottamatore' 40enne Matteo Renzi non raccoglie il voto giovane. In fila ai gazebo solo gli anziani...

Tra i gazebo romani, dove Renzi è incoronato solo dagli over 50

“Voto Renzi”. Più che una dichiarazione di voto, un vero e proprio mantra tra i votanti alle primarie del Pd che, hanno riconsegnerato il partito nelle mani dell’ex segretario Matteo Renzi (guarda il video).

Il voto a Roma

È dalla sconfitta del 4 dicembre sulla riforma costituzionale che l’ex premier aspettava di prendersi questa rivincita. Anche lo spauracchio di una scarsa affluenza è stato spazzato via considerato che hanno votato quasi in due milioni. Anche nella Capitale il numero di partecipanti al voto è stato più elevato del previsto. “A Roma l'affluenza ai seggi per le primarie ha superato il dato definitivo delle primarie dello scorso anno, quelle per scegliere il candidato sindaco del Pd, ossia circa 45.000 votanti", fanno sapere dal Pd romano.

I primi dati, seppure ancora ufficiosi, relativi ai voti reali confermano una vittoria schiacciante di Renzi. A Ostia, nel seggio Anco Marzio, Renzi ha ricevuto 371 voti, Orlando 88 ed Emiliano 36. A piazza del Popolo, Renzi 257, Orlando 64, Emiliano 23, mentre a via di Grotta Gregna, nel Tiburtino, Renzi 297, Orlando 83, Emiliano 19. Al Pigneto Renzi 234, Orlando 83, Emiliano 32. In via Tazio Nuvolari, Renzi 571, Orlando 182, Emiliano 48, mentre, a Piazza Mazzini, Renzi ha preso 925 voti, Orlando 299, Emiliano 73.

Le regole del voto delle primarie

Facendo un giro tra i gazebo di Roma, però, si nota che l’età media dei votanti supera i 50 anni e i giovani sono relativamente pochi (guarda le foto). Solo a piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, dove nella è stato trafugato il gazebo, si vedono un po’ più di giovani perché questo è l’unico punto in tutta la Capitale dove possono votare i fuori sede e gli stranieri che avevano effettuato la registrazione online entro giovedì 27.

A dir la verità, però, stavolta, a differenza delle recenti consultazioni, di stranieri se ne sono visti pochi e i fuori sede sono principalmente giovani. Per votare era necessario versare il contributo di due euro e presentarsi al proprio seggio elettorale con un documento di riconoscimento e con la tessera elettorale. Una regola che non è andata a genio a tutti. In un gazebo di Prati, per esempio, un uomo di 81 anni non ha potuto votare perché il suo seggio elettorale si trova in un altro quartiere della Capitale. “Mi trovo qui, a pranzo da mio figlio, sono anziano ed è assurdo che debba girare Roma per votare. Basta, ci rinuncio”, ci dice mentre se ne va imbufalito.I responsabili dei gazebo ci dicono che a votare sono prevalentemente persone di centrosinistra non iscritti al Pd che, prima di esprimere la propria preferenza, sottoscrivono “l’appello delle elettrici e degli elettori” che inizia così: “Siamo le democratiche e i democratici italiani, iscritti ed elettori del Pd, scegliamo il segretario nazionale e la nuova assemblea nazionale con le elezioni primarie. Decidiamo insieme per il futuro del Pd, dell’Italia e dell’Europa”.

Il tema cruciale delle alleanze

È il metodo delle cosiddette “primarie aperte” tipiche del modello americano, che è sempre stato mal digerito dalla sinistra del partito, notoriamente più propensa a far votare solo gli iscritti al Pd. Un metodo voluto da Veltroni, leggermente modificato da Bersani, e consolidato da Renzi nel tentativo di attrarre “i delusi del centrodestra” che, poi, in realtà, come dimostrano gli studi sui flussi, generalmente preferiscono astenersi. A dividere i sostenitori e i militanti del Pd, però, non è soltanto la diatriba tra “primarie aperte” o “primarie chiuse”, ma, soprattutto la scelta degli alleati. “Sono qui per scegliere il segretario e voterò Renzi”, ci spiega un giovane fuori sede. “Le alleanze, poi, le deciderà il partito ma, per me, non è un problema stare con la destra anzi penso che in questi anni Renzi abbia fatto bene e che sia positiva un’anima liberal dentro il governo. Per me va bene tutto, destra o sinistra, basta che non ci si allei con i Cinquestelle”, precisa il ragazzo. Secondo un elettore del ministro Andrea Orlando, invece, il Pd non deve perdere la sua anima di sinistra. "Voto Orlando che, secondo me, rappresenta di più i valori della sinistra al contario di Renzi che manca proprio di questi valori...

" Anche per la giornalista Alda D'Eusanio, che ha votato nel nuovo circolo del centro storico di via dei Cappellari, aperto dopo che il Pd è stato sfrattato da via dei Giubbonari perché moroso, "è evidente che il Pd sia in crisi d'identità".

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