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Tav, Ponti si difende: "Il secondo studio non è un'analisi costi benefici"

Marco Ponti, interpellato a commentare il secondo studio firmato dalla sua società a favore del Tav, spiega: "Sono due studi diversi e quest'ultimo non è un'analisi costi benefici. Ho sempre fatto bene il mio mestiere e non sono il servo di Toninelli"

Tav, Ponti si difende: "Il secondo studio non è un'analisi costi benefici"

Due documenti diversi. Uno, di 78 pagine, in cui emergono perdite per un valore di sette miliardi dovute alla linea Torino-Lione e che boccia il progetto. L'altro, più lungo, di 116 pagine, che promuoverebbe l'opera in termini di occupazione, tempi di percorrenza e benefici economici per il territorio. Studi differenti, ma entrambi redatti con la collaborazione della società "Trt" di Marco Ponti.

Oggi, a spiegare le sue motivazioni è Ponti stesso, interpellato a Mattino 5, il programma in onda tutti i giorni sul Canale 5: "Quella (il secondo documento, ndr) non è un'analisi costi benefici, ma sull'impatto, che si basa su analisi di valore aggiunto, che nulla hanno a che fare con l'analisi costi benefici. Non ci sono i costi in quello studio: non misura i costi ma il traffico, l'occupazione e l'impatto sulle imprese. L'analisi di impatto si occupa di ipotesi di valore aggiunto".

L'altro studio

Stando a quanto riportato, poche ore fa, dal tg La7, lo studio a cui ha fatto riferimento Ponti, avviato due anni fa, sarebbe stato condotto da circa 30 esperti del settore. Al centro del documento, lungo 116 pagine c'è, questa volta, l'impatto socioeconomico e ambientale delle reti transeuropee, di cui fa parte anche il Tav. E tra le firme di questo report c'è anche quella della società di Ponti. Nello studio, tra i riferimenti, c'è quello al risparmio di tempo per i passeggeri e per le merci, ma non solo. Anche i benefici, infatti, sarebbero evidenti anche in termini di occupazione. Per ogni miliardo speso nel cantiere si creerebbero 15mila posti di lavoro.

Cosa perde lo Stato senza Tav

Ponti ha poi voluto chiarire: "Lo Stato è uno degli attori interessati nel progetto Tav. Noi guardiamo come stanno tutti gli attori in gioco e poi sommiamo tutti gli impatti. Lo Stato è un attore e valutiamo quanto sono i cost: con la Tav incasserebbe meno accise sulla benzina, sono soldi in meno per lo Stato, quindi giusto mettere questa voce nell'analisi costi-benefici. La somma di queste altissime accise sulla benzina e dei pedaggi autostradali che non incasserebbe sono costi per lo Stato, incassi che perderebbe rispetto ai danni ambientali che verrebbero limitati con la Tav".

Ponti: "Non sono schiavo di Toninelli"

Ponti, quindi, ha scelto di spiegare le sue due diverse posizioni: "L'analisi costi benefici sulla Tav del 2011 fu promossa da un soggetto che aveva già deciso per il sì. Noi l'abbiamo criticata quell'analisi, avevano fatto degli errori metodologici. Ho fatto analisi per Ocse, Commissione europea, banca mondiale. Io credo di far bene il mestiere, credo di non essere uno schiavo di Toninelli.

Abbiamo ottenuto un grande risultato: per la prima volta si paròa di numeri, così, finalmente, l'Italia diventa un Paese civile perché si critica e si discute di numeri".

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