Elezioni Regionali 2019

Umbria, il candidato "civico" di Pd-M5S a processo per frode

Non è ancora stato scelto ufficialmente come candidato "civico" di Pd e 5 Stelle in Umbria, ma Andrea Fora è già nei guai: la Procura di Perugia lo ha rinviato a giudizio per frode nelle forniture alle mense scolastiche

Umbria, il candidato "civico" di Pd-M5S a processo per frode

Comincia male la possibile avventura di Andrea Fora come candidato di Pd e Movimento 5 Stelle alle regionali in Umbria del prossimo 27 ottobre. Fora, tra i profili vagliati da dem e pentastellati per la poltrona di governatore della Regione, è una delle 13 persone rinviate a giudizio dal Tribunale di Perugia per lo "scandalo mense" delle scuole per l'infanzia del capoluogo umbro.

Le accuse, come spiegato in questo articolo, vanno dalla frode nelle pubbliche forniture, commercio di sostanze alimentari nocive e cattiva conservazione degli alimenti. Per l'accusa, ai bambini sarebbero stati serviti pollo con frammenti ossei, pesce con lische, pane e yogurt ammuffiti e cibo in cattivo stato di conversazione. Fora, dirigente di Confcooperative Umbria e Confcooperative nazionale, è accusato di frode. A più di un anno dal rinvio a giudizio, il 12 settembre si è svolta la prima udienza del processo.

Come riporta il Quotidiano dell'Umbria, Fora è assistito dal legale Carlo Orlando che, più volte, ha spiegato come il suo assistito sia del tutto estraneo alle contestazioni della Procura fatte proprie dal Gip. L'imputazione di Fora è legata alla sua carica di presidente del Cda del Consorzio Abn A B Network sociale Società cooperativa sociale, tra i soggetti responsabili delle presunte anomalie riscontrate dai Nas nell'ambito delle attività di verifica del rispetto dei contratti di fornitura.

Intanto, Fora continua a lavorare sulla sua candidatura, che va avanti a prescindere da cosa decideranno Pd e 5 Stelle. Questi ultimi, infatti, non sembrano gradire il profilo di Fora. Adnkronos spiega che per i pentastellati Fora sarebbe "un uomo del Pd", mentre Di Maio, nella sua lettera-appello a Zingaretti, ha proposto un "patto civico" chiedendo alle forze politiche interessate "un passo indietro".

La conferma arriva dal deputato umbro 5S Filippo Gallinella: "Fora non può funzionare. Se si sceglie di fare un percorso civico si fa insieme, il che significa mettersi a tavolino e discutere di tutto: giunta, programma e presidente.

O il Pd fa un passo indietro - ha minacciato Gallinella - o il Movimento 5 Stelle va da solo".

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