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La regina Elisabetta e il suo più grande rimpianto

La regina Elisabetta ha un unico rimpianto nella sua vita, qualcosa che ha sempre percepito come una mancanza ai suoi doveri di sovrana e che ricorda ancora oggi

La regina Elisabetta e il suo più grande rimpianto

Essere una regina non garantisce l’immunità dai dispiaceri o dai rimpianti. Elisabetta II ne sa qualcosa. La sua lunga carriera di sovrana è costellata da doveri, tradizioni, ma anche da una completa abnegazione al ruolo che non ha scelto, ma a cui ha giurato di dedicarsi fino alla fine dei suoi giorni. La sua vita è altrettanto piena di eventi felici, ma anche di grandi tristezze. Nel cuore della regina Elisabetta la monarca e la donna si confondono. Allo stesso modo si sovrappongono le gioie e i dolori tra le mura di Buckingham Palace.

La “madre” del Regno Unito ha ammesso con coraggio che il suo personale “annus horribilis” fu il 1992. Proprio in quel periodo dovette sopportare le separazioni, senza esclusione di colpi, tra il principe Carlo e Lady Diana, tra la principessa Anna e Mark Phillips e tra il principe Andrea e Sarah Ferguson. Come se non bastasse venne pubblicata la scandalosa biografia su Lady Diana firmata da Andrew Morton e il 20 novembre 1992, per chiudere in “bruttezza” scoppiò un devastante incendio nel Castello di Windsor. Quattro giorni dopo l’accaduto la regina disse: “Il 1992 non sarà un anno a cui riguarderò indietro con immenso piacere”.

Secondo il sito Cheatsheet la sovrana non ricorda con particolare entusiasmo neanche il 1966, l’anno che le portò il più grande rimpianto della sua vita. Una valanga nella zona di montagna di Aberfan, nel Galles, uccise 144 persone, tra cui molti bambini. Il disastro di Aberfan, come rimarrà tristemente noto, era stato causato dal crollo di una punta di miniera di carbone il 21 ottobre 1966, alle 9:15. Questa punta si trovava proprio su un pendio affacciato sul villaggio che diede il nome alla tragedia.

Elisabetta II, pur molto colpita dal tragico evento, si recò sul posto a parlare con i sopravvissuti solo una settimana dopo. Lasciò che fosse suo marito, il principe Filippo, a precederla e ad accertarsi sia dello stato di salute delle persone coinvolte, che dell’entità dei danni materiali. Questa decisione le costò una frattura profonda sia con l’opinione pubblica che con la stampa. Solo il tempo riuscì a sanare la ferita tra la sovrana e i suoi sudditi. Nel 2002 la regina Elisabetta ammise che questo errore ancora le pesava sulla coscienza, dichiarando che il ritardo nel visitare il luogo del disastro è il suo “più grande rimpianto”.

Non è da tutti avere il coraggio di ammettere gli errori e i dolori di una vita in pubblico, sapendo che ogni parola verrà soppesata e giudicata tanto dai contemporanei quanto dai posteri.

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