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"Reversal - La fuga è solo l'inizio"... della noia


Un thriller-horror a basso budget assai deludente, capace solo di inseguire con morbosità scene di degrado

"Reversal - La fuga è solo l'inizio"... della noia

"Reversal - La fuga è solo l'inizio", film diretto da J.M. Cravioto e in uscita giovedì 8 Ottobre, vorrebbe essere un thriller inquietante appartenente al filone dei "revenge-movie", con derive horror e colpi di scena. In realtà la pellicola ha più momenti di noia che di tensione, non è né abbastanza divertente né abbastanza terrificante per soddisfare i fan del genere horror e, infine, presenta sorprese prevedibili.

Eve (Tina Ivlev) è tenuta prigioniera da qualche tempo in una cantina da uno psicopatico (Richard Tyson) quando, afferrato un mattone, riesce a colpire il suo aguzzino e a liberarsi. Mentre cerca le chiavi del furgone con cui darsi alla fuga, trova una pila di polaroid scattate ad altre ragazze nelle sue stesse condizioni e capisce che l'unico modo che ha di non lasciarle morire è farsi condurre nei loro luoghi di prigionia. Fa dunque un patto con il suo ex carceriere: lo accompagnerà in ospedale purché lui, prima, la guidi dalle altre che, come lei, sono state rapite a scopi sessuali. Nella processione di abitazione in abitazione, Eve è alla ricerca di un po' di luce in fondo all'inferno vissuto, anche se pace e innocenza saranno ormai impossibili da riconquistare.

La protagonista è una vittima che si fa eroina e si sente investita del ruolo di salvatrice e vendicatrice di donne disumanizzate da maschi che non conoscono pietà. Peccato che, appena intrapresa la sua missione, venga vittimizzata di nuovo, ad un livello se possibile più profondo, perché ridotta a tramutarsi in un involontario carnefice e a macchiarsi la coscienza di sangue. Del resto, non tutte le altre fanciulle sono rimaste indifese in attesa di essere liberate. Alcune di loro ormai sono talmente instabili o preda della sindrome di Stoccolma da mettere in pericolo la loro stessa vita nel preciso istante in cui potrebbero averla salva.

Paura e sete di vendetta, nella mente della protagonista, continuano a intrecciarsi a flashback relativi a un periodo di poco antecedente alla prigionia, in cui lei amoreggia su una spiaggia in compagnia del fidanzato Ronnie (Kris Kjornes), mentre lui le scatta delle foto e una giovane donna senza nome (Dylan Thomas), il cui rapporto con Eve si rivela solo nel finale, trascorre del tempo con loro. Altri ricordi, invece, compaiono come lampi crudeli e riguardano un periodo in cui la ragazza è già legata e schiavizzata, mentre accanto a lei piano piano si spegne, per gli stenti e le violenze, una sua compagna di sventura.

Se già sulla carta il soggetto sembra piuttosto esile, una volta di fronte al suo sviluppo su schermo appare evidente quanto un montaggio creativo e le immagini buie non bastino a nascondere il difetto più grande di questa pellicola a basso budget, ossia la povertà di immaginazione.

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