Cultura e Spettacoli

"Sì, mi ritiro dalle scene. Torno alle mie origini e ora celebro mia madre"

Il cantante: "Smetto ma non ne sono felice". E aggiunge: "Con Sanremo chiudo da perdente"

"Sì, mi ritiro dalle scene. Torno alle mie origini e ora celebro mia madre"

Ce ne fossero di Al Bano. Più che soltanto un cantante, ormai è un «brand» dell'italianità più verace, quella sincera, caciarona e talentuosa che strappa simpatia ovunque. Non a caso, se passa in televisione, Al Bano fa i picchi di share. Se canta, la sala è sempre piena. E se parla (o se viene eliminato al festival di Sanremo), si apre il dibattito. Anche ora, al ritorno da Santiago de Compostela, parla con entusiasmo quasi commovente del libro scritto con Roberto Allegri su sua mamma Jolanda (Madre mia - L'origine del mio mondo, dal 7 gennaio per Baldini&Castoldi - La nave di Teseo, presentazione il 10 dicembre in Mondadori Duomo a Milano e il 17 ai Granai di Roma). «Ha 95 anni e preferisco onorare le persone che amo quando sono ancora in vita, a lei è anche ispirato un docufilm che andrà in onda su Rete4», spiega prima di addentrarsi in quel meraviglioso romanzo che è la storia di sua mamma, la «guerriera che ha solo badato alla felicità dei figli, ci crede che non si è mai comprata neanche mezza pelliccia? In fondo è sempre stata una ribelle come me».

Addirittura un ribelle, caro Al Bano?

«I miei non volevano che facessi questo mestiere, anzi mia mamma mi sognava maestro di scuola con uno stipendio fisso. Io ho fatto altro».

E se ne è andato da Cellino.

«Raccontavo che lavoravo nel comune di Milano. Invece facevo il cameriere in un ristorante. Poi un figlio di 'ndrocchia di Cellino mi ha visto ed è andato a riferire tutto a loro. Un putiferio».

E lei?

«Ho minimizzato dicendo: dov'è la bugia? Dicevo che lavoravo nel comune di Milano, tu mica credevi che lavorassi proprio nel Municipio?». (sorride complice - ndr).

Pochi anni dopo Al Bano Carrisi, classe 1943, ha avuto successo.

«Cinquant'anni esatti fa con Nel sole».

Poi è arrivata Romina Power.

«All'inizio mia mamma temeva lei e la sua famiglia di ricchi americani. Poi invece Romina è diventata un po' come la figlia che lei non aveva mai avuto».

Scusi Al Bano, è vero che si ritira?

«Sì. A fine 2018. E non creda che lo dica con gioia».

Ma perché smette?

«Alla musica ho dedicato tutta la mia vita. Ma dopo un tumore, un infarto e una ischemia cosa devo fare, aspettare il peggio, aspettare che quel dittatore nordcoreano, come si chiama poi, Ping Pong?, mi tiri una bomba?».

Ma quando ha iniziato a pensarci?

«Dopo l'ischemia. Ma poi a maggio ho riprovato a cantare ed è stata una festa. Però alla mia età ho l'obbligo di sapere e capire dove sto andando».

Quindi niente più Festival di Sanremo?

«Con Sanremo ho chiuso. Da perdente, ma ho chiuso».

Almeno farà una grande festa? Magari invita tutti i suoi amici colleghi come Celentano, con il quale ha praticamente iniziato?

«Ma no, lui non si muove di casa. Una volta gli hanno proposto di cantare in Russia e gli offrivano pure un treno privato per lui e la band. Ma niente, ha rinunciato».

Un tipo caparbio. Proprio come sua madre.

«Pensi che quando mio papà era in guerra a Kalibaki, nella campagna di Grecia e Albania, una volta le scrisse che aveva un freddo tremendo perché era senza coperte. E allora lei, per solidarietà con il proprio uomo, iniziò a dormire senza coperte. Quando nel 2005 lui morì, me la ricordo prendergli la mano ormai fredda e recitare una preghiera. Un amore immenso».

E cosa pensa del suo ritiro?

«Crede che io smetta di cantare perché non sto bene con la salute. In realtà è semplicemente perché ho deciso».

E dopo l'addio?

«Torno a fare soltanto il vignaiolo e a occuparmi dei miei figli e della mia famiglia. Quando sono andato a Milano l'avevo promesso a mio padre: torno, mi metto a fare e la prima bottiglia avrà il tuo nome sull'etichetta. Così è stato. Le mie prime bottiglie sono del 1973».

(Intanto gli squilla il cellulare e la suoneria ha la voce di Tarzan...).

Chissà che cosa penserebbe lui del suo ritiro.

«Se penso a come cantavo quindici o venti anni fa, quello era il vero Al Bano. Ora ovviamente sono diverso. Quando ero bambino, mio nonno Angelo mi portava all'alba nei campi a lavorare. Rimasi folgorato dalla grandezza del sole che nasceva. Gli chiesi perché poi alla sera la luce spariva. E lui mi rispose: Anche le cose grandi poi diventano piccole piccole...

».

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