Brasile 2014

La Francia alla terza si riposa. L'Ecuador non ne approfitta

I sudamericani, in 10 dall'inizio della ripresa, vanno a casa. Deschamps fa il turn over ma arriva primo ed evita l'Argentina

La Francia alla terza si riposa. L'Ecuador non ne approfitta

La prima tappa al Maracanà sorride alla Francia che non deve sforzarsi più di tanto per mettere le mani sul primo posto del girone. In realtà la truppa di Deschamps, che scanserà l'Argentina negli ottavi (avrà la Nigeria), vorrebbe arrivarne a giocare altre due: i quarti del 4 luglio dove potrebbe incontrare la Germania se tutto andrà come da pronostico nei prossimi 7 giorni e magari la finale del 13. Prematuro per parlarne, di certo c'è che Deschamps ha centrato due obiettivi: passare il turno da capolista del gruppo E e far rifiatare molti titolari. Finora la gestione della rosa da parte del tecnico dei Bleus è stata perfetta con l'alternanza degli uomini in ogni zona del campo e nessun mugugno, almeno ufficiale, dei suoi giocatori. Un misto di capacità tattica, riconosciuta dai calciatori, e sensibilità psicologica per capire umori e necessità di un gruppo giovane di età e pronto a stupire nel Mondiale brasiliano. «Questa generazione ha davvero le qualità per fare bene e alzare trofei - l'investitura dell'ex Bleus Thierry Henry per il gruppo guidato in attacco da Benzema, già tre gol in Brasile -. Spero ci riescano abbastanza rapidamente. Quando giochi un Mondiale non sai mai se avrai la possibilità di farlo di nuovo, quindi si deve affrontare come se fosse l'ultimo». Un concetto che dovrebbe essere caro soprattutto all'Ecuador, che chiamato a fare necessariamente punti per evitare il sorpasso in classifica dalla Svizzera, delude le aspettative. La nazionale di Rueda stecca sulle fasce dove la velocità di Antonio Valencia, espulso dopo 50 minuti per un intervento deciso su Digne, e Montero è ridotta e garantisce meno rifornimenti a Enner Valencia, l'unico nel primo tempo a offrire almeno un guizzo arrampicandosi in aria e costringendo all'intervento goffo ma efficace di Lloris.

In un match povero di emozioni (divertente solo l'ultimo quarto d'ora che però non sblocca lo 0-0) le cose migliori le mostra però la Francia, tre volte con Pogba e una con Griezmann e Remy che testano i riflessi del lungagnone Dominguez. Dopo un'ora Deschamps - che dimostra di non voler lasciare nulla al caso - decide di buttare nella mischia Varane, reduce da un ricovero per gastrite, per un Sakho reo di una gomitata non vista dall'arbitro ivoriano Douè sul volto di Antonio Valencia e di un altro intervento al limite sull'altro Valencia, Enner. Benzema non è ispirato come in altre serate e manca il possibile aggancio a Neymar in vetta alla classifica cannonieri. L'Ecuador, dal canto suo, esce dal guscio solo quando è in dieci e crea gli unici pericoli nel finale, quando le maglie francesi si allargano e Rueda mette dentro tutte le punte a sua disposizione, ma nè Arroyo nè Ibarra riescono a centrare la porta nelle veloci ripartenze concesse dai transalpini. Ma dopo aver rifilato cinque reti alla Svizzera e tre all'Honduras, i francesi non centrano l'en plein ottenuto finora solo da Olanda, Colombia e Argentina. Forse l'unico neo di una serata in cui la truppa di Deschamps rischia un po' solo quando le energie sono esaurite. Ma la freschezza di molti uomini, legata alle fatiche dell'Argentina ieri e della Germania oggi, potrebbe essere un punto a favore per i Galletti. L'ultima curiosità riguarda l'Ecuador: per la prima volta e alla decima partita disputata in una fase finale, la «Tricolor» ottiene un pari al Mondiale.

Magra consolazione, visto che la squadra di Rueda sarà costretta a fare le valigie, unica sudamericana delle sei qualificate a non superare il primo turno.

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