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Froome e Aru, segnali di crisi. Un Giro in salita per le stelle

Sul Gran Sasso trionfa la maglia rosa Yates che batte Pinot Dumoulin resiste. Chris prende 1'07'', Fabio chiude a 1'14''

Simon Yates in maglia rosa al Giro d'Italia 2018
Simon Yates in maglia rosa al Giro d'Italia 2018

Campo Imperatore - È la maglia rosa Simon Yates ad essere il capo imperatore nel primo esigente arrivo in quota di questo Giro. Ci restano invece di sasso, sul Gran Sasso, Chris Froome e Fabio Aru, che sono i testimonial ideali della giornata mondiale della lentezza. La giornata di ieri, comunque, ci ha dato due-tre indicazioni molto interessanti. Simon Yates e il suo compagno di squadra Chaves (ieri terzo), non scherzano. Fanno maledettamente sul serio, e sarà dura spodestarli, separarli e dividerli per dominare questo Giro.

Tom Dumoulin, l'olandese volante, il vincitore dell'ultima corsa rosa, sta bene e corre con grande intelligenza tattica. Sì, è vero, perde qualche secondo, ma non ha certo perso la speranza di centrare il bis consecutivo. Dalla sua ha la crono di Rovereto, quindi, chi vuole vincere questo Giro, deve rosicchiare ben più di qualche secondo al talento olandese.

Domenico Pozzovivo è il porta bandiera della piccola Italia. L'Italia migliore: quella che fatica, resiste e si batte fino in fondo e fin che ne ha. Anche ieri il piccolo corridore lucano è arrivato con i migliori, e si è dovuto inchinare solo a Yates in volata. Per pollicino è arrivato un confortante quarto posto, a 4 dalla maglia rosa.

Ma di questa piccola Italia che non demorde e lotta, fa parte anche il veronese Davide Formolo, 6° a 10, che nella tappa di giovedì all'Etna ha dovuto lasciare per strada diversi minuti a causa di una bruttissima caduta che ha condizionato il ragazzo della tedesca Bora. Ora, però, il 25enne veneto ha tutto per poter risalire la china, rientrando nel vivo della corsa (ora è 24° a 5'49): quello ammirato ieri è un corridore in salute, che può solo migliorare.

Di questa piccola Italia fa parte anche Giulio Ciccone, che ieri a Campo Imperatore, sulle strade di casa, a più riprese ha provato nel finale a lasciare tutti lì sul posto, e ha concluso con un più che dignitoso 10° posto. Bene anche Fausto Masnada, in fuga con altri tredici temerari fin dal chilometro zero. Il bergamasco è stato ripreso proprio a pochi chilometri dal traguardo, ma la sua prestazione è da applausi.

La tappa di ieri ci ha anche detto, in maniera piuttosto chiara, che Chris Froome e Fabio Aru sono le brutte copie dei corridori che siamo abituati a vedere. Froome e Aru sono andati incontro all'ennesima giornata difficile. In questo inizio di Giro, i due sono sempre apparsi sulla difensiva e costantemente aggrappati al manubrio, come due condannati ai lavori forzati, incatenati ai loro ferri del mestiere. Per loro la bicicletta è sembrata essere più uno strumento di tortura, che di locomozione.

Detto questo, il sardo ieri ha perso le ruote dei migliori a 3 km dalla cima ed è arrivato con 1'14'' di ritardo da Yates. Un km dopo è andato in difficoltà anche Froome e, scortato dai fidi Henao e Poels, alla fine ha ceduto 1'07''.

«È stata davvero una giornata negativa ha spiegato con il volto segnato dalla fatica il campione d'Italia della Uae Emirates -. Mi sentivo senza forze. Una giornata no in 21 giorni può capitare».

Yates arriva al secondo giorno di riposo (oggi a Montesilvano) con 32'' sul compagno Chaves, che ha superato Dumoulin in classifica. Il re del Giro 2017 è terzo a 38''. Poi Pinot a 45'' e Pozzovivo a 57''.

Scivolano fuori dalla top ten Froome (11° a 2'27'') e Aru (15° a 2'36''): mentre la coppia della Mitchelton-Scott vola, il Giro di Froome e Aru si è fatto tutto in salita.

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