Reporter Day

Reporter Day, i 150 finalisti "La speranza del giornalismo"

Arrivano da Roma, Teheran e San Pietroburgo. I ragazzi del Reporter Day si mettono in gioco per inseguire la speranza di una vita: realizzare il reportage dei propri sogni

Reporter Day, i 150 finalisti "La speranza del giornalismo"

C'è chi è arrivato da Roma, chi da Teheran e chi perfino da San Pietroburgo. Nello splendido sole milanese di giugno si celebra la prima edizione del Reporter Day, con i primi de 150 finalisti che si sottopongono all'esame delle quattro commissioni miste di giornalisti, fotografi e videomaker.

All'ombra della galleria Meravigli gli aspiranti reporter attendono nervosi, si scambiano le prime impressioni e ripassano i dettagli del loro progetto che entro pochi minuti dovranno illustrare ai giurati. Passeggiando fra i capannelli, si sente bisbigliare di "tensioni", "speranze", "timori". Domani, alla fabbrica del Vapore di via Procaccini, dalle 16 la cerimonia di chiusura incoronerà i vincitori.

Nel frattempo concorrenti e giudici lavorano fianco a fianco per trovare i progetti più validi. "Valutiamo l'originalità e il valore delle proposte - spiega Domenico Ferrara, viceresponsabile del Giornale.it e membro di una delle quattro giurie - Ma facciamo anche attenzione alla sostenibilità finanziaria e alla sicurezza dei reporter: per partire e fare un lavoro su Boko Haram o sulle Farc occorrono grande esperienza e grande consapevolezza."

Fra i concorrenti ci sono giovani appena ventenni con il sogno di vedere pubblicati i propri lavori ma anche professionisti già affermati che cercano stimoli sempre nuovi. Chi ha fatto più chilometri, con ogni probabilità è Maria Michela D'Alessandro, 24enne romana trapiantata a San Pietroburgo con uno sconfinato amore per la Russia e, specifica indicando il tatuaggio con un fiocco di neve che porta sul braccio, "per il freddo". Nonostante la giovanissima età ha già collaborato con Moscow Times, EuroNews e importanti testate nazionali italiane, cercando di raccontare la società russa a partire dalle proprie passioni personali, come quella per il calcio.

Il clima disteso e cordiale ha colpito anche gli stessi organizzatori: "I ragazzi sono emozionati - racconta Laura Lesevre, project manager degli Occhi - Ma sono anche molto colpiti dal nostro fare amichevole e dall'assenza di formalità." Questa cordialità, tuttavia, non impedisce che il giudizio sia rigoroso: le commissioni chiedono i dettagli sulla preparazione dei futuri reportages, sondando la conoscenza del terreno dimostrata dai candidati e la solidità della loro rete di contatti.

In attesa della seconda tornata del pomeriggio, la partecipazione e la professionalità sono stati i protagonisti di questa prima mattinata. Per l'esordio del Reporter Day, è già un successo.

E, per citare le parole di Piefrancesco Citriniti, già noto al grande pubblico per come volto di Gazebo e ora candidato al premio, "è un'occasione e non una competizione".

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