Cultura e Spettacoli

Terremoto nel mondo del libro Picchioni indagato per peculato

da Torino

False fatturazioni per distrarre denaro dal bilancio del Salone del Libro di Torino. Per questo è indagato Rolando Picchioni, presidente della Fondazione per il Libro. L'ipotesi di reato è peculato: secondo l'inchiesta della procura di Torino, avrebbe sottratto fondi alla Fondazione attraverso il pagamento di false fatture emesse da fornitori compiacenti. In questo modo, Picchioni si sarebbe creato un piccolo tesoretto a suo uso e consumo.

Ieri mattina, uomini della guardia di finanza e dei carabinieri si sono presentati nella sede in via Santa Teresa con un mandato di perquisizione e sequestro nel quale si accusa Picchioni di peculato. Poche pagine nelle quali viene esplicitato solo il meccanismo delle «fatture passive» che avrebbero consentito al presidente di sottrarre i fondi: al momento, infatti, non è ancora stata fatta una stima dell'ammontare dei fondi neri. Sotto la lente della magistratura ci sarebbero non solo le ultime tre edizione del Salone del Libro, ma anche altre attività culturali della Fondazione. Sono stati sequestrati tutti i pc e la documentazione contabile. L'inchiesta, coordinata dai pm Andrea Beconi e Gianfranco Colace, vede solo Picchioni come indagato.

L'avviso di garanzia allo storico presidente di «Librolandia» arriva a soli quattro giorni dalla chiusura della kermesse del Lingotto, e in piena fase di successione ai vertici della Fondazione (da oltre 15 anni occupati dalla coppia Picchioni-Ferrero). L'inchiesta adesso rischia di gettare una macchia sul lavoro svolto da Picchioni in questi anni. «Di fronte all'enormità dell'addebito mi sento sbalordito, ma altrettanto assolutamente sereno: nella mia vita non ho mai, e ripeto mai, pensato di sfruttare in qualunque modo la mia posizione per un qualsivoglia tornaconto personale», ha commentato il diretto interessato poche ore dopo la perquisizione. Picchioni ha poi aggiunto: «Riguardo ai fatti che mi vengono contestati non posso che ribadire la mia completa estraneità. Mi tutelerò fermamente contro qualsiasi tentativo di offendermi nella mia dignità di persona e nel mio operato professionale».

La sede della Fondazione era già stata perquisita lo scorso anno nell'ambito di un'altra inchiesta originata da un esposto dell'Inps, che aveva rilevato irregolarità in relazione a richieste di riscatto di vecchi contributi. Sotto accusa, nel marzo del 2014, c'era un ex funzionario Inps, Paolo De March, 61 anni, indagato per corruzione e falso ideologico. Le perquisizioni riguardavano, tra l'altro, il computer del presidente Picchioni: i pm pensavano infatti che l'ex funzionario amico del presidente avesse nascosto prove dei suoi affari illeciti. Da quel momento, tuttavia, l'inchiesta ha preso un'altra strada.

I due procedimenti sono rimasti separati, ma forse è lì che sono cominciati i guai per Picchioni.

Commenti