Controcultura

Dio salvi "The Crown". E la regina

La Storia e le storie della corona più "pesante" d'Europa

Dio salvi "The Crown". E la regina

Il segreto di una narrazione che funzioni sta nell'unione tra la grande Storia, con la maiuscola, in cui mettere in fila episodi che hanno condizionato l'intera umanità, e le piccole storie della vita quotidiana, dove anche i re, i potenti, i capi appaiono persone come noi, alle prese con problemi ordinari quali il rapporto di coppia, l'educazione dei figli, le beghe caratteriali, il conto della tintoria. In entrambi i casi nello spettatore scatta il processo d'identificazione: se prima ci appassioniamo di guerra e pace, tragedia e speranza, malvagità ed eroismo, in seguito risultiamo compiaciuti nello scoprire il lato umano e fragile del personaggio pubblico. Gioisce, piange, si incazza e soffre anche lui/lei: chi l'avrebbe mai detto.

Mi pare questa la principale ragione del successo di The Crown - ora su Netflix la seconda stagione su sei annunciate, scritta e diretta da Peter Morgan - ovvero la Storia e le storie della corona più «pesante» d'Europa, posata sulla testa di Elisabetta II d'Inghilterra. La vicenda ricomincia nel 1957, dopo l'abbandono di Winston Churchill, per arrivare al 1963, quando Londra sarà la nuova capitale della coolness e della modernità. Claire Fox, l'attrice che interpreta la regina, è persino troppo bella rispetto all'originale, ma certamente deve aver studiato il carisma e la sicurezza di una donna che ha imparato molto in fretta a gestire il potere e ad esercitarlo sui sudditi. Esperta e decisionista in politica, lo è molto meno nella vita privata. Filippo di Edimburgo è un giovane marito piacente, spiritoso, aitante; gran viaggiatore come da tradizione nobile inglese, elegantissimo, donnaiolo. E così la nostra Elisabetta soffre. Soffre sapendosi tradita, restando da sola in casa con i figli mentre lui è in giro per il mondo con il suo degno compare, il colonnello Parker (ah, quanti guai!). Fosse una donna normale, o semplicemente si fosse trovata negli anni '90 come il suo rampollo Charlie, avrebbe mandato a stendere il consorte per rifarsi una vita. Invece, per una regina, la ragion di Stato è più importante del sentimento: Elisabetta dunque decide di tenersi accanto il buon Filippo. Parafrasando un proverbio siciliano, comandare è meglio che...

Elisabetta II, pur vecchierella, è ancora sul trono. Regnante perfetta, da moglie si è adattata e da madre ne ha dovute sopportare altre, soprattutto la prima nuora (pace all'anima sua). Sarei curioso di sapere che cosa pensa la regina di The Crown, se si ritrova, si piace così interpretata, se il guardaroba le aggrada, se il biondo Filippo della finzione (Matt Smith) lo preferisce a quello vero.

Personaggio unico nella realtà e in tv, speriamo campi ancora in ottima salute per godersi la fine di una serie che sta mettendo d'accordo tutti, appassionati di Storia e di intrighi a corte.

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