Politica

Avviata azione disciplinare nei confronti di Ingroia

La Cassazione ha avviato un'azione disciplinare. Motivo? Ingroia ha continuato a far politica anche dopo il rientro in magistratura

Il leader di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia a Roma
Il leader di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia a Roma

Ultimamente non ne ha azzeccata una. Da quando ha deciso di buttarsi nell'agone politico - dopo la brevissima parentesi guatemalteca - Antonio Ingroia ha incamerato una sequela di sconfitte e di critiche. La sua Rivoluzione Civile è fallita - non riuscendo a varcare la soglia del Parlamento -; e la neonata Azione Civile appare come una sorta di paracadute più che un rinnovato progetto politico. Nel frattempo, Ingroia ha incassato richiami del Csm, reprimende da parte dei colleghi, la bocciatura del Csm in merito all'incarico di esattore delle tasse in Sicilia offertogli dal governatore Crocetta e quella del Tar, che ha rigettato il suo ricorso contro il trasferimento ad Aosta.

Nel territorio valdostano, la toga "partigiana" si è recata solo per prendere un caffè e per chiedere ferie immediate. Solo che, invece di godersi il riposo, Ingroia, da inizio maggio, ha continuato a fare politica, partecipando a convegni, manifestazioni (su tutte quella della Fiom di Landini) ed entrando a gamba tesa sul dibattito politico. E proprio per questo motivo, dopo che nei giorni scorsi il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, aveva inviato una segnalazione al Csm e agli altri organi competenti per “illecito disciplinare”, il pg della Cassazione ha deciso di avviare un’azione disciplinare nei suoi confronti.

Motivo? Aver continuato a svolgere attività politica anche dopo il rientro in ruolo nella magistratura. E pensare che nella Costituzione che ha sventolato nel famigerato palco di Rifondazione Comunista definendosi un partigiano della Carta l'articolo 98 afferma che i magistrati non possono iscriversi ai partiti politici. Lettera e regola morta per Ingroia. Che si è persino lamentato di guadagnare cinquemila euro al mese di stipendio senza lavorare e poi, una volta ricollocato, ha avuto l'ardire di contestare la destinazione e di continuare a fare politica. Adesso, con quest'ultimo provvedimento disciplinare (che potrebbe portare anche a una sospensione dalle funzioni di magistrato) si fa sempre più concreta l'ipotesi che Ingroia possa dire addio alla toga.

L'exit stategy potrebbe chiamarsi Crocetta, pronto a garantirgli un posto di rilievo nell'isola. Intanto, Ingroia continua nella sua linea dura: "È una conseguenza della segnalazione del procuratore di Aosta e la cosa non mi sorprende né mi amareggia - ha dichiarato Ingroia all'Adnkronos -. "L'amarezza vera è invece venuta dalla decisione, che considero politica, presa a sua tempo dal Consiglio superiore della magistratura, quando mi destinò alla procura di Aosta'', ha poi aggiunto.  

Non è la prima volta che Ingroia incorre in provvedimenti disciplinari.

Nei mesi scorsi, il pg di Cassazione aveva avviato un’altra inchiesta riguardante il presunto "vilipendio" della Corte Costituzionale, relativo alle dichiarazioni rilasciate dal magistrato all’indomani della decisione della Consulta sul conflitto sollevato dal Quirinale per le intercettazioni che riguardavano indirettamente il Capo dello Stato disposte nell’ambito dell’indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia.

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