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Renzi spara sulla Cancellieri per colpire Letta

Il sindaco di Firenze da Santoro: "Un errore difendere il ministro". Ecco cosa c'è dietro l'attacco in tv

Renzi spara sulla Cancellieri per colpire Letta

«Inaccettabile che sia andata così». Matteo Renzi, sindaco di Firenze, approfitta della tribuna di Servizio Pubblico, ospite di Michele Santoro, per lanciare l'ennesima sferzata al presidente del Consiglio Enrico Letta. L'occasione è il caso infuocato delle ultime settimane, quello che ha visto protagonista il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. «Se fossi stato il segretario del Pd non avrei difeso la Cancellieri e credo avrebbe fatto un favore al Paese se si fosse dimessa», spiega Renzi. Che aggiunge laconico: «Dopo di che lei non le ha date, Letta non gliele ha chieste ed è andata come è andata».
Renzi entra nel merito del contenuto della chiamata sotto accusa: «Non indigna la telefonata in cui» il ministro «si preoccupa di Giulia Ligresti, perché se riceve una segnalazione di un problema reale, il problema non si pone. Mi scandalizza che il ministro della Giustizia dica alla compagna dell'arrestato, che l'arresto «non è giusto, non va bene».
Il sindaco di Firenze e aspirante candidato premier approfitta del caso per puntare il dito contro il sistema-Italia: quella che ha riguardato il ministro Cancellieri «è una vicenda emblematica» - dice - mentre accenna anche al fatto che «sarebbe interessante parlare dei prefetti, dei figli dei prefetti, dell'organizzazione dello Stato». Poi torna sul Guardasigilli: «Sarebbe stato meglio se avesse capito che è il momento di dare un segnale e di fare un passo indietro». «Compito del Pd - rilancia Renzi - è fare sì che la politica non sia più succube agli interessi delle famiglie e degli amici degli amici ma che provi a fare un percorso in cui legge è uguale per tutti. E qui - torna a dire - così non è stato».
Anche sul dibattito che si è allargato alle carceri, dopo l'intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Renzi entra in polemica con il premier Letta e il governo delle larghe intese: «Il tema dell'emergenza carceraria è serio e affrontarlo partendo solo dall'amnistia e dall'indulto è inaccettabile» perché la politica carceraria «non si fa liberando con uno spot demagogico per un anno» le persone ma «facendo qualcosa sulla Bossi-Fini o la Fini-Giovanardi».
Microfono aperto, Renzi ne ha approfittato per lanciare una stoccata anche a Silvio Berlusconi: «Ha fallito perché non ha fatto le cose lui, non perché aveva gli alibi, una volta il sindacato, una volta i giudici». Ma il sindaco di Firenze scopre le carte quando spiega i suoi auspici: andare a elezioni anticipate «non sarebbe una catastrofe ma non credo che avverrà». E nel finale sembra quasi fare eco alle «palle d'acciaio» citate da Letta: «Se il Pd ha gli attributi verifichi nel 2014 se le riforme si fanno o no».

Letta e Renzi ormai sono due galli nel pollaio del partito.

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