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Dopo lo stop del Colle arriva il via libera al "Milleproroghe"

Nel dl le norme sul bilancio di Roma e contro gli "affitti d'oro". Sbloccati i fondi Ue a sostegno di imprese e lavoro

Dopo lo stop del Colle arriva il via libera al "Milleproroghe"

Tutto da rifare. Caso unico nella storia del parlamento italiano, il decreto "Salva Roma" è stato ritirato subito dopo aver incassato la fiducia della Camera e quando si trovava a un passo dall’approvazione definitiva. La corsa del decreto si è interrotta alla vigilia di Natale, dopo un nervosissimo faccia a faccia tra Enrico Letta e Giorgio Napolitano. "Troppe misure eterogenee ed estranee all’impianto originario, così non può andare", ha detto il capo dello Stato al premier. Dopo aver rinunciato a chiedere la conversione in legge del decreto, il governo è corso ai ripari per ripristinare in extremis gli interventi che servono a evitare il default della Capitale. Il provvedimento è così finito all'interno del decreto "Milleproroghe", all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di questa mattina.

Tra le norme che rientrano nell’ultima versione del testo, non c'è solo lo stanziamento dei 400 milioni di euro per Roma Capitale. Al termine del Consiglio dei ministri Letta ha spiegato che, oltre alle norme essenziali del decreto "Salva Roma", che l'esecutivo ha deciso di "non portare a termine per la eterogeneità di norme venute fuori" durante il percorso in parlamento, il decreto è costruito con quelle "proroghe essenziali che sono necessarie su alcuni impegni" e che, come ogni anno, il governo ha dovuto prendere. Tuttavia, "l'ingorgo" che si è creato nell'iter parlamentare "dimostra che il processo legislativo in Italia non è all’altezza di una democrazia moderna, in grado di funzionare come si conviene: il 2014 è l’anno in cui bisogna dotare il paese di un processo legislativo più lineare". "Servono riforme - ha aggiunto Letta - che tengano conto delle difficoltà nel rapporto tra il governo e i due rami del parlamento". Durante la conferenza stampa Letta ci ha tenuto a ricordare che la mancata approvazione del "Salva Roma" avrebbe comportato danni ai bilanci. In primis, la materia fiscale col bilancio del Comune di Roma e le norme contro gli affitti d’oro.

Tra le misure approvate, il Consiglio dei ministri ha varato una ripartizione dei fondi strutturali europei per 6,2 miliardi di euro, soldi che "rischiavano di non essere utilizzati avendo un ciclo 2007-2013". "Con questo intervento di tipo amministrativo - ha fatto notare il premier - potremmo riallocare questi fondi". Nello specifico, grazie alla riallocazione dei fondi, il governo destinerà 2,2 miliardi di euro al sostegno delle imprese, 700 milioni alle misure per favorire il sostegno al lavoro e all'occupazione (150 milioni andranno alla decontribuzione dell’occupazione giovanile, 200 a sostegno dell’occupazione femminile e per i più anziani, 350 per ricollocare i disoccupati), 330 milioni per contrastare la povertà e 3 miliardi a sostegno delle economie locali.

Per favorire il credito alle imprese verranno, invece, stanziati 1,2 miliardi.

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