Cronaca locale

Alleanza contro i vincoli M5S E Maran «trema» per i Giochi

Il Politecnico: «Ritardare progetti è un danno erariale» Il Conservatorio: sotto tutela palazzina con amianto

Chiara Campo

In principio fu il vincolo sul Qt8 piombato sul Comune mentre erano in corso i lavori di ampliamento del Giardino dei Giusti, per sbloccare l'impasse è intervenuta anche Liliana Segre. Poi è stata la volta della Piazza d'Armi a Baggio, dove (tra l'altro) vorrebbe trasferire il quartier generale l'Agenzia del Demanio. Infine - per ora - il Conservatorio ha annunciato la creazione di un «Bosco della musica» a Rogoredo, una sede bis con auditorium e campus per studenti, e 3 giorni dopo il ministro M5S ai Beni Culturali Alberto Bonisoli ha inviato la lettera che comunica l'avvio del procedimento per la messa sotto tutela della palazzina ex chimici, piena di amianto. E senza quel pezzetto tutto il puzzle si sposterà in un'altra zona. Ora l'assessore all'Urbanistica del Comune Pierfrancesco Maran trema per il rischio di vincoli sui progetti delle Olimpiadi 2026, qualche intralcio potrebbe sorgere ad esempio sul recupero dell'ex Palasharp che ricade in zona Qt8. «Noi temiamo intralci - confessa - perchè quando accade una volta è un caso, intorno ai tre casi è un metodo, se diventa una strategia è un problema. E il motivo per cui in tanti si sono mobilitati per difendere una posizione, magari un po' irrituale per alcuni, è che questo metodo è inaccettabile». L'assessore ha radunato ieri in Sala Alessi a Palazzo Marino un vero e proprio movimento contro la raffica di vincoli imposti dal Ministero. Un'alleanza pro sviluppo che va dal Politecnico ad Assolombarda, Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Fai. Associazioni ambientaliste e degli immobiliaristi che normalmente sono su fronti opposti. Maran precisa che il tema non è «che ci siano troppi vincoli, ma devono essere motivati e messi nei momenti giusti, non dopo che i processi sono partiti con l'obiettivo di modificarli perchè il risultato a cui siamo arrivato dopo mesi di dibattito non piace. Sul Pgt c'è stato un lunghissimo confronto ma il Mibact non ha presentato una sola osservazione, eppure ne aveva il diritto». Bloccare «processi di rigenerazione come il grande parco a Piazza d'Armi o il Conservatorio bis a Rogoredo con un vincolo calato dall'alto in maniera ideologica non è un modo di lavorare corretto». E ribadisce che Milano, facendo forse isola a sè, offre «certezza delle regole a chi viene ad investire, salvo imprevisti che si possono scoprire solo strada facendo, come il ritrovamento di reperti archeologici. Ora invece temo che si instauri un grado di incertezza anche qui». Porta il caso della vecchia tutela sull'ex Marchiondi, abbandonato da trent'anni, per dimostrare che «quando i vincoli sono spropositati i progetti di recupero rischiano di rimanere sulla carta». E a Milan e Inter che danno quasi per fatta la scelta di demolire il Meazza per costruire un nuovo stadio accanto a San Siro l'assessore manda a dire di «presentare osservazioni al Pgt, hanno tempo fino al 15 luglio, senza cercare scorciatoie con la legge Stadi, sarebbe sgradito al Comune». Per ora non ha avuto segnali, ma a buon intenditor.

Il vicepresidente di Assolombarda Stefano Venturi premette che «maggiore sensibilità verso l'ambiente è corretta ma dobbiamo accelerare la trasformazione urbana. Non sono affatto per la cementificazione selvaggia ma le modalità con cui si fanno le attività di salvaguardia devono essere più coordinate e veloci, altrimenti la città rimane bella in due o tre punti e si degrada nelle altre zone». Ferruccio Resta, rettore del Politecnico, fa presente che «esistono dei vincoli normali e corretti per fare una serie di procedure nella scelta della spesa e nel rispetto del paesaggio. Perdere tempo è un danno erariale come sbagliare una procedura, se non entriamo in questa logica rischiamo tutti di perdere delle opportunità». L'ateneo sta svolgendo tra l'analisi sullo stato di fatto e su quello che si potrebbe fare al Marchiondi, «ce lo hanno commissionato ma il Politecnico non ha invece interessi diretti su quell'area». E Federico Filippo Oriana, presidente di Aspesi (associazione milanese degli imprenditori immobiliari) condivide «la preoccupazione dell'assessore Maran per l'inusuale interesse del Mibact su Milano, che oggi è al centro dell'attenzione degli investitori italiani e intrernazionali. Non vorremmo che le particolari attenzioni alla salvaguardia del passato bloccassero lo sviluppo ed il futuro della città.

Serve una selezione severa tra ciò ha reale valore storico-culturale e realtà di nessun pregio che si devono invece recuperare e trasformare».

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