Cronaca locale

Arriva la deroga agli assessori: possono correre senza dimettersi

«Non ammetterò nessuna autosospensione, dal primo giorno di campagna uno è fuori dalla giunta. Non vuole essere un atto di forza ma di rispetto verso i milanesi. Io sono concentrato dalla mattina alla sera sulla città e chi lavora con me deve avere la stessa attitudine». Così parlo Beppe Sala il 2 giugno 2017, quando si ragionava già sulle Regionali e Politiche che poi si tennero insieme il 4 marzo 2018. E l'ex assessore alla Sicurezza Carmela Rozza rimise poi solo temporaneamente le deleghe al sindaco, se non fosse stata eletta (o avesse deciso di rinunciare al seggio) in Regione Sala gliele avrebbe restituite. Ora in vista delle Europee il clima non cambia: deroga garantita agli assessori che si candidano. Giorni fa il sindaco, main sponsor della mozione per la lista unitaria del centrosinistra proposta dall'ex ministro Calenda, ha prenotato un posto ad un esponente del «modello Milano», in pole c'è l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, seguono Cristina Tajani e Pierfrancesco Maran. Detto che nessuno dei tre scalpita e le chance sono risicate (se va bene il Pd incasserà 4-5 seggi, Calenda dovrebbe candidarsi a Milano e ci sono già gli uscenti Mercedes Bresso, Brando Benifei e, più in bilico, Patrizia Toia), Sala garantisce a chi tentenna che «se la formazione delle liste dovesse avvenire un po' in là farei fatica a chiedere le dimissioni. Se uno ha solo due mesi di campagna e su una circoscrizione così larga, non possiamo chiedergli eroismi».

ChiCa

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