Cronaca locale

Le grandi aziende pagano i lavoratori per ripulire Milano

Chiara Campo

Un mesetto fa un gruppo di dipendenti di Timberland, il noto marchio di scarpe, è arrivato dalla Svizzera armato di ramazze per aiutare Italia Nostra a ripulire il boschetto di Rogoredo. É stato il presidente dell'associazione ambientalista che ha preso in gestione l'area degradata e assediata dagli spacciatori a raccontare in Commissione a Palazzo Marino quanto sono preziose le giornate di volontariato aziendale. Non è un caso isolato. «Save, Samsung volonteer employee», il programma di volontariato sviluppato dal colosso della telefonia, domani si prenderà cura domani del parco Robert Baden Powell, lungo Ripa di Porta Ticinese 79. Samsung lancia «Save for Milan», un'intera giornata durante la quale i dipendenti - in orario di lavoro - riqualificheranno il parchetto in zona Porta Genova. Un modello pubblico-privato virtuoso. E che sta prendendo piede.

Giusto ieri il presidente del Municipio 4 Paolo Bassi i dipendenti della catena alberghiera Marriott che sono arrivati anche da Malta, Spagna e Portogallo per dare una mano all'associazione milanese Retake e ai residenti volontari per ripulire una porzione del parco Oreste del Buono, su via Terenzio. Hanno cancellato tag e graffiti dai muri e dal monumento a forma di «drago» che sbuca da terra. Un'operazione a costo zero per il Comune visto che riferisce Bassi «gli oneri se li è assunti la grande catena internazionale di alberghi».

E a settembre si replica sulla parte più ampia dl parco.

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