Cronaca locale

«Io, da Striscia al palco porto in scena un altro volto di me»

Enzo Iacchetti presenta il suo «Libera nos Domine», one-man-show di teatro canzone

Ferruccio Gattuso

Ci sono tanti Enzo Iacchetti, ma quello che vive sul palco, se non più prezioso, è certo più inedito per il grande pubblico. E dire che la strada di un artista come lui divisa tra tv, comicità, teatro-canzone, poesie bonsai, musical - parte da molto lontano. Ecco perché chi andrà al Teatro Menotti da stasera al 14 aprile per il suo one man show Libera Nos Domine (ore 20.30, ingresso 28-24 euro, info 02.36.59.25.44.) - potrà scoprire lo Iacchetti che c'è sempre stato. «È l'occasione per mostrare al pubblico una parte di me diversa da quella solita. A me piace molto sentire l'affetto della gente quando sono in strada, o quando mi fermano al supermercato: vorrei solo che chi mi apprezza a Striscia la Notizia fosse incuriosito a venire in teatro». Parla chiaro l'attore e showman che, dice, a Milano ha trovato tutto: «Sono nato in provincia di Cremona ma questa città mi ha letteralmente abbracciato, io ormai mi sento milanese a tutti gli effetti». Il volto nuovo di Iacchetti si prende il centro di Libera Nos Domine, spettacolo in forma di teatro-canzone secondo la scuola di un maestro come Giorgio Gaber. Difatti, la messa in scena scorre tra monologhi sui temi più ampi e al contempo difficili - ambiente, amicizia, amore, emigrazione, religione - e canzoni di grandi autori come il maestro di cui sopra, e poi Enzo Jannacci, Francesco Guccini, Giorgio Faletti e lo stesso Iacchetti. La grande scommessa è quella di sfidare nientemeno che Padre Eterno in singolar tenzone: «Sul palco - spiega l'attore - parlo con Dio, anzi un po' me la prendo con Lui, ci discuto, gli chiedo conto del male che non ha mai smesso di occupare il mondo. Gli chiedo se questa volta, al posto di mandare il Figlio non può scendere direttamente Lui stesso a risolvere le cose». A dispetto della cornice impegnativa, Libera Nos Domine è uno spettacolo che non può non essere divertente: «La comicità è il mio modo di esprimermi spiega Iacchetti certo la mia prima missione è fare ridere e sorridere, però se poi lo spettatore riflette, o anche si commuove, la mia vittoria è completa». Sul palco, oltre a Iacchetti e alla sua chitarra, sono previste proiezioni in 3D e interazioni con video. «Ho scritto questo spettacolo chiedendo consulenza a vecchi amici e colleghi come Giobbbe Covatta, Alberto Patrucco, Giorgio Centamore e Francesco Freyrie spiega Iacchetti Da sempre sono una persona aperta al confronto e accetto le critiche costruttive. Ad esempio, Giobbe mi ha consigliato di levare qualche battuta. E io l'ho fatto, perché di lui mi fido». Si parla anche di Rivoluzione. «Ma non quella violenta, capiamoci spiega Enzo Iacchetti quella cui penso io la si può descrivere così: noi uomini, tutte le bestie dall'elefante all'ultimo pidocchio, le piante, tutti insieme ci mettiamo a guardare verso il cielo. Finché Dio non si sente osservato e torna qui a sistemare tutto». Un tema scottante sarà quello del pericoloso progresso della Rete: «Sono pessimista sull'uso che si sta facendo di Internet conclude l'attore Viviamo sui social, ci gongoliamo per amicizie virtuali, seguiamo riti virali, assistiamo a sciacallaggi via Twitter». Dal prossimo autunno, Enzo Iacchetti tornerà in tv: «Ovviamente, dietro la scrivania di Striscia la Notizia. A dire il vero mi piacerebbe anche fare cinema, ma quello è un mondo molto chiuso, che gravita solo su Roma.

Meglio il musical».

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