Cronaca locale

«Obiettivo? Il terrorismo psicologico Domani potrebbe scoppiare il caos»

Lombardia Informatica: «L'apertura degli uffici giorno critico»

«Siamo preoccupati. Ogni notizia in più che viene diffusa ci aiuta a fronteggiare la crisi». A Lombardia Informatica, la società di servizi informatici regionale, sono al lavoro da quando è scattato l'attacco hacker globale. Ora i sorvegliati speciali sono i computer di ospedali, Ats e dottori lombardi. E chi li utilizza. Aprire la mail sbagliata infatti, all'arrivo in ufficio domani mattina, potrebbe innescare la bomba dei virus. A rischio sono milioni di dati sanitari, e quindi sensibili, e il funzionamento di un intero sistema.

«In generale l'area di Milano è la più colpita dagli attacchi informatici - spiega Davide Rovera, presidente di Lombardia Informatica -. Registriamo costantemente incursioni di hacker, anche se per fortuna finora non abbiamo avuto grossi problemi. Da venerdì stiamo monitorando tutte le reti di nostra competenza». L'allarme sanità: «Domani, con la riapertura degli uffici, sarà il giorno più critico. Basterà cliccare su una mail o un allegato sospetto, per scatenare una nuova cyber offensiva. Per questo abbiamo diffuso avvisi su tutti i nostri canali». Ma perché un hacker viola informazioni sanitarie, oltre al fatto che può sempre chiedere un riscatto per restituirle al proprietario: «Per generare paura e disordine - continua Rovera - , è una forma di terrorismo psicologico. È come dire a cittadini e istituzioni: Possiamo arrivare ai vostri segreti più intimi e nascosti. In più possono essere bloccati ospedali, ambulanze, servizi». La Lombardia è all'avanguardia sul fronte della sicurezza informatica. È stata la prima Regione a indire una gara per fornitori di cyber security e ha un team dedicato di hacker «buoni» in servizio 24 ore al giorno.

Andrea Angeletta, responsabile sicurezza informatica della società regionale, è uno di loro e segue in tempo reale l'evolversi dell'uragano «WannaCry»: «I dati sanitari - sottolinea - sono conservati su macchine che non utilizzano i sistemi di solito presi di mira dei pirati del web. Tuttavia il rischio è costituito da chi quei dati li tratta ogni giorno: operatori, pazienti, medici. Domani potrebbe scoppiare il caos». Quali sono le contromisure? «Ci teniamo al passo con gli aggiornamenti, abbiamo preso alcune precauzioni per impedire al malware di attecchire sui pc di nostra competenza e abbiamo dato istruzioni ai tecnici degli uffici regionali per mettere al sicuro i dati contenuti nei computer più strategici». Infine le avvertenze per il pubblico: «La cautela prima di tutto. Noi promuoviamo una sicurezza informatica partecipata. Puntiamo sull'informazione e la sensibilizzazione del singolo utente, dell'anello debole. Anche il sistema più blindato si può sbriciolare se l'utente incauto dimentica l'antivirus o apre una mail infetta».

CBas

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