Cronaca locale

L'appello a Salvini in difesa di Ramelli

Alla vigilia della fiaccolata in memoria di Sergio Ramelli, vietata dal prefetto, gli organizzatori si appellano a Salvini e annunciano: "Domani partecipazione record"

L'appello a Salvini in difesa di Ramelli

“L’unico effetto di questo divieto sarà quello di riempire ancora di più la piazza”. Non hanno dubbi gli organizzatori del corteo per Sergio Ramelli che, alla vigilia dell’appuntamento vietato, parlano di “partecipazione record”. La previsione è di “circa duemila persone”. Ragazzi che arrivano da tutta Italia per sfilare “in maniera silenziosa e composta, senza simboli politici” e ricordare una delle vittime più “iconiche” del terrorismo rosso. Aveva diciotto anni e militava nel Fronte della Gioventù, Sergio, quando i colpi di una chiave inglese brandita da un gruppo di sicari di Avanguardia Operaia lo hanno raggiunto senza lasciargli scampo.

Una prova di forza? “No, è un modo per smontare pregiudizi e ricostruzioni faziose”. Il riferimento è alle presunte “criticità sul piano dell’ordine pubblico” accampate dal prefetto di Milano Renato Saccone che – in linea con il suo predecessore – ha autorizzato solo una cerimonia “statica”. “È il quarto anno di fila – raccontano dal comitato – che il corteo per Sergio viene negato, eppure in tanti anni non ci sono mai stati problemi”. Se finora gli organizzatori (Lealtà e Azione, CasaPound e Forza Nuova) hanno pazientato, provando ad intavolare un dialogo con le istituzioni, adesso la linea è cambiata. “Abbiamo sperato che con il dialogo le cose potessero cambiare – spiegano – ma di fronte all’ennesimo divieto insensato non possiamo far altro che disobbedire”. Nel nome di Sergio e di tutte le vittime che come lui non trovano cittadinanza neppure nel ricordo, ma anche per denunciare la disparità di trattamento ricevuta. “Agli antifascisti militanti – dicono – non è mai stata negata la possibilità di fare cortei nel corso dei quali hanno potuto liberamente fare quello che hanno voluto, procurando disagi, disordini, danni materiali alla città e scontri con la polizia”.

E a nulla sembrano essere servite le oltre sessanta firme di parlamentari, eurodeputati, consiglieri regionali, comunali e municipali che si sono spesi per chiedere al questore e al sindaco di Milano di non vietare “con motivazioni prive di reale necessità lo svolgimento di una pacifica fiaccolata” per Sergio Ramelli. “Non c’è stato neppure un tavolo di confronto, in quasi venti giorni di attesa, da via Fatebenefratelli abbiamo ricevuto solo silenzio”. Non sono mancate, invece, le proteste dell’Anpi che si è appellata al sindaco di Milano, al prefetto e al questore chiedendo di bandire la manifestazione. “Evidentemente – concludono gli organizzatori – per questore e prefetto sono interlocutori più affidabili Anpi e sinistra cittadina degli oltre sessanta rappresentanti politici, fra cui i vicepresidenti di Camera e Senato, che si sono mobilitati per Sergio”. Così, adesso, l’ultimo l’appello del comitato promotore va al ministro dell’Interno Matteo Salvini “in qualità di bersaglio più illustre di una certa sinistra che si erge a censore della libertà di espressione in virtù di una pretesa superiorità morale”.

È a lui che chiedono di intercedere in extremis per “tutelare la democrazia in Italia”.

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