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Donald Trump nel mirino dell'Isis

“Uccideteli, ovunque essi si trovino”. Lo Stato Islamico torna ad aizzare i lupi solitari contro più di 8mila persone tra esponenti politici e celebrity: nel mirino c'è anche Trump

Donald Trump nel mirino dell'Isis

“Uccideteli, ovunque essi si trovino”. Così lo Stato Islamico torna ad aizzare i lupi solitari contro esponenti politici, celebrity e leader religiosi che, negli ultimi anni, si sono esposti nella lotta al terrorismo globale.

A diffondere la minaccia dell’ennesima “lista nera” è stata la cosiddetta “United Cyber Caliphate”, la cyber-costola delle bandiere nere incaricata di condurre una jihad parallela, combattuta nelle sterminate e pericolosamente fertili “praterie” dello spazio virtuale.

Stavolta, come racconta il The Sun, nel mirino degli hacker di Baghdadi sarebbero finite ben 8.786 persone. E, tra queste, figura anche il presidente americano Donald Trump, reo d’aver sfidato le bandiere nere indicando la lotta al terrorismo islamico ed anche alla cyber-propaganda come la “priorità maggiore” della nuova amministrazione a stelle e strisce.

Proprio per questo la Ucc ha deciso di recapitare al vertice della Casa Bianca una missiva “speciale”. “Abbiamo un messaggio per il popolo degli Stati Uniti e soprattutto per il vostro presidente Trump”, hanno minacciano gli hacker del Califfo nel video messaggio diffuso da SITE Intelligence Group. “La nostra guerra contro di voi – avvisano i fedelissimi di Baghdadi nel loro delirante proclama – continua. Sappiate che i vostri attacchi ci rendono più forti e che la Ucc ha iniziato una nuova fase della battaglia contro di voi perciò aspettateci presto”.

Trump Isis

Con la parola “Inshallah” – e cioè “se Dio vorrà” – le cyber-milizie si congedano, promettendo di dare in pasto al branco di lupi solitari nuovi nomi, corredati da indirizzi e contatti mail, di più di 8mila persone.
La scorsa estate, invece, tra le migliaia di nominativi elencati e diffusi tramite il web dai cyber-mujaeddin erano finiti anche quelli di 23 italiani. Pure in quella occasione, nomi e cognomi erano stati meticolosamente combinati con altre informazioni sensibili.

Così, mentre il termometro dei successi su campo segna la crisi del Califfato come entità territoriale, sul piano virtuale le bandiere nere sembrano godere ancora di ottima salute.

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