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L'Egitto "perdona" Mubarak: assolto dall'accusa di aver fatto uccidere i manifestanti

L'ex raìs non è responsabile per i manifestanti uccisi negli scontri del 2011. Prosciolto anche dall'accusa di corruzione

Mubarak dietro le sbarre durante il processo
Mubarak dietro le sbarre durante il processo

Occhiali da sole scuri, volto imperscrutabile, Hosni Mubarak ha ascoltato in rigoroso silenzio la lettura della sentenza che lo riguardava, seduto dietro le sbarre nell'aula del tribunale allestita nell'Accademia della polizia del Cairo. Resosi conto che era stato assolto ha accennato un minuscolo sorriso, giusto un secondo o due, poi si sono avvicinati a lui i suoi legali per baciarlo e fare festa. In aula è esploso un fragoroso applauso. Dopo tre anni la giustizia egiziana ha riconosciuto l'innocenza dell'ex raìs: non ha avuto alcuna responsabilità per la morte dei manifestanti avvenuta durante gli scontri di piazza del 2011, che sconvolsero l'Egitto sull'onda della cosiddetta Primavera araba. Lo ha deciso la Corte del Tribunale del Cairo. Un primo processo, nel giugno 2012, aveva condannato Mubarak all'ergastolo, e con lui il suo ministro dell’Interno, Habib El-Adly. La sentenza fu poi annullata dando luogo a un secondo processo.

In aula erano presenti Mubarak e gli altri imputati (l'ex ministro dell’Interno e sei capi dei servizi segreti). Il giudice, Mahmud al-Rachid, ha mostrato un faldone di 1430 pagine contenente la sentenza e le motivazioni.

Nei 18 giorni di rivolta del 2011, che si conclusero con le dimissioni di Mubarak (a prendere in mano il potere fu l'esercito), rimasero uccisi circa 900 manifestanti. Il processo, tuttavia, riguardava solo l'uccisione di 239 persone. Il giudice ha chiarito che il respingimento da queste accuse non assolve Mubarak dalla "debolezza" e dalla "corruzione" degli ultimi anni del suo potere. Al-Rashidi ha inoltre "fatto politica, elogiando la rivolta del 2011 e dicendo che i suoi obiettivi, libertà, pane e giustizia sociale, erano legittimi. Assoluzione anche dalle accuse di corruzione e arricchimento illecito per Mubarak e i suoi due figli, Alaa e Gamal, in relazione alla presunta vendita di greggio a Israele a un prezzo inferiore a quello di mercato.

Mubarak resta in prigione perché deve scontare una condanna a 3 anni per sottrazione di fondi pubblici destinati ai restauri del palazzo presidenziale. Sconta la pena in un ospedale militare.

Con il "perdono" di Mubarak, l'uomo che nel bene o nel male ha retto per trent'anni le redini del Paese, l'Egitto volta pagina? Di sicuro il presidente Al-Sisi mette a segno un altro colpo importante.

Ovviamente i Fratelli musulmani non gradiscono la "normalizzazione".

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