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La Bolivia a un passo dal sogno: all'Aia si decide sullo sbocco al mare

Fino al 1883 si affacciava sul Pacifico, poi perse guerra e terre

La Bolivia a un passo dal sogno: all'Aia si decide sullo sbocco al mare

San Paolo - Evo Morales ne è convinto e perciò ha deciso di assistere di persone alla lettura della sentenza del Tribunale dell'Aia, il prossimo 1° ottobre. «Comincerà una nuova storia tra Bolivia e Cile». Già, perché quello che il presidente della Bolivia aspetta, ormai a 5 anni dalla denuncia presentata dal suo governo, è il riconoscimento di un diritto che lui considera fondamentale: l'accesso al mare. Finora negato per una vecchia guerra persa contro il Cile sul finire del XIX secolo, la guerra del Pacifico cominciata nel 1879 e conclusa nel 1883 con la sconfitta della Bolivia, che nel 1904 firma un trattato con cui cede a Santiago i 400 km di costa della regione di Antofagasta. Ma ora il presidente cocalero spera che la storia (e l'Onu) gli diano una seconda chance e cioè che come promesso più volte nel secolo scorso, il Cile conceda finalmente a La Paz uno sbocco sull'Oceano Pacifico. Tanto che attraverso il suo cancelliere Diego Pary che lo ha accompagnato a New York per l'Assemblea Generale Onu, Evo ha fatto sapere di aver invitato ad assistere alla lettura della storica sentenza anche i suoi predecessori Carlos Mesa, Tuto Quiroga, Guido Vildoso e Jaime Paz Zamora. Quest'ultimo, presidente dal 1989 al 1993, ha però già avvisato che non si recherà all'Aia perché Morales «non rispetta» il referendum del 2016 con cui il popolo aveva respinto la sua quarta ricandidatura consecutiva alle presidenziali, che nel 2019 gli garantiranno il ventennio al potere visto il controllo di Evo su Corte suprema e Tribunale elettorale. Di diverso avviso il suo collega Mesa che pur dichiarando una «grande distanza politica» da Morales gli riconosce «il merito di aver portato quest'importante istanza sino alla massima Corte dell'Onu». Un tribunale nel quale il leader cocalero ripone massima fiducia. «L'Aia garantirà una negoziazione di buona fede su tutte le giustificazioni addotte dal Cile per oltre un secolo», ha dichiarato il presidente boliviano aggiungendo che si augura che «la sentenza sia soddisfacente per la Bolivia e per il Cile, senza vincitori né vinti». Una frase jolly che per molti analisti permetterà a Morales di dichiararsi in ogni caso trionfatore, obbedendo alla consueta narrativa populista da socialismo bolivariano.

Sul fronte cileno il presidente Sebastián Piñera ieri si è riunito coi suoi predecessori Ricardo Lagos e Eduardo Frei paventando tre scenari: che la richiesta venga accettata o rifiutata dalla Corte, oppure che sia proposta una soluzione intermediaria nella quale il tribunale inviti le parti a negoziare.

«In ogni caso - ha detto Piñera - attendiamo la sentenza con massima tranquillità».

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