Cronache

Dna di Maëlys nella sua auto. Arrestato l'amico di famiglia

A nove giorni dalla scomparsa della bimba, l'indagine è a una svolta. Ma ora si teme per la sorte della piccola

Dna di Maëlys nella sua auto. Arrestato l'amico di famiglia

Ricerche interrotte a Pont-de-Beauvosin, il paesino francese a meno di 50 chilometri da Grenoble dove nove giorni fa è scomparsa la piccola Maëlys da una festa di matrimonio. Potrebbe essere infatti a una svolta l'inchiesta per rapimento e sequestro di minore aperta contro ignoti. L'unico che può sapere dove si trova la bimba di nove anni, secondo la procura, è il 34 enne amico di famiglia che aveva raggiunto la festa a tarda sera. Già fermato, poi rilasciato per mancanza di prove, da domenica è nuovamente in stato di arresto.

A bordo della sua auto è stato infatti trovato il Dna di Maëlys e ieri lui stesso ha ammesso di averla fatta salire a bordo, negando però di averla rapita. Una possibile svolta che porta l'inchiesta ad una fase due, lasciando sperare i 3.500 abitanti del borgo a sud-est della Francia, tuttora dilaniato dal dubbio che un mostro possa vivere in quei pochi chilometri di collina.

Dopo i dubbi iniziali, non sufficienti a trattenere né lui né l'altro ragazzo fermato e rilasciato venerdì, la procura ha autorizzato l'arresto grazie ai risultati della scientifica. Basi più solide, oltre al fatto che l'uomo aveva curiosamente lavato la sua auto la mattina dopo la sparizione di Maëlys, spiegando di doverla vendere.

Nell'auto, la scientifica ha trovato comunque tracce di Dna della bimba. Ieri le prime ammissioni confermano che la bimba è salita a bordo della sua auto. Dove? Nel parcheggio del ristorante da cui l'uomo si era allontanato in un orario compatibile con la sparizione.

Oltre al Dna, ci sono le incongruenze emerse dalla versione del 34enne, confrontata con quella degli altri 150 invitati tutti interrogati. Ieri mattina, spiega il legale, dopo aver negato ogni responsabilità, l'uomo ha ammesso che la notte della misteriosa scomparsa, «stava fumando accanto al suo veicolo quando due minori, tra cui Maëlys, si sono avvicinati per vedere se c'era il suo cane nella macchina», aggiungendo che «sono saliti sui sedili posteriori» per cercare l'animale, senza però trovarlo. «I due bambini sono montati e riusciti», ha detto agli investigatori, che non gli credono, ritenendo probabile che possa crollare da un momento all'altro.

La madre del 34enne assicura che «ad aver rapito Maëlys non può essere stato» il suo ragazzo, residente in Savoia. Ma la procura e gli investigatori sembrano ormai escludere altre piste, come quella dell'allontanamento volontario della piccola o dello smarrimento nel bosco, dove né la gendarmerie né i quasi mille abitanti mobilitati nelle ricerche nei giorni scorsi hanno trovato tracce, puntando dunque su di lui come sospettato numero uno.

Con la scomparsa, insiste il 34enne di cui non è stato rivelato il nome, non c'entro nulla: «Contro di me un insieme di fattori sfortunati, sono innocente». Possibili complici o altri protagonisti non vengono esclusi, visto che quella sera si tenevano due altre feste: nel raggio di 800 metri circa 500 persone, oltre 200 quelle già sentite.

La mamma di Maëlys ha notato l'assenza della figlia intorno alle tre del mattino di domenica, dalla stanza dove l'aveva lasciata con altri bambini mentre gli adulti festeggiavano le nozze a suon di musica. Ha dato l'allarme e il dj annunciando la scomparsa al microfono e dando il via alle ricerche. Nessuno dei presenti ricorda di aver visto o parlato con l'uomo in quel frangente.

Ma il 34enne avrebbe una spiegazione anche per questo: «Sono andato a cambiarmi la camicia macchiata».

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