Politica

Donazioni da finanzieri e industriali Arriva il sostegno dei «poteri forti»

Da Ferrero a Rattazzi e Serra hanno già staccato robusti assegni

Davide Serra, banchiere e numero uno del fondo d'investimento speculativo Algebris
Davide Serra, banchiere e numero uno del fondo d'investimento speculativo Algebris

Corruzione, evasione, pensioni troppo alte, costi eccessivi per la spesa pubblica rispetto al servizio prestato. Erano stati questi gli argomenti a tenere banco nel corso della cena per la raccolta fondi della campagna elettorale di Matteo Renzi organizzata a Milano il 17 ottobre del 2012, un anno dopo la prima Leopolda. Al debutto di Matteo nella City meneghina, si erano «attovagliati» tra gli altri il fondatore di Algebris, Davide Serra, il numero uno di Deutsche Bank Italia, Flavio Valeri, l'ex direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa, Andrea Soro di Royal Bank of Scotland, l'uomo d'affari Francesco Micheli, ma anche giovani manager di Mediobanca e professionisti di studi legali milanesi.

Ora, quasi sette anni dopo quella cena, Renzi ha scelto - parole sue - «una nuova strada da percorrere, lo faremo zaino in spalla». Ma nei salottini della finanza, non solo milanese, chi è ancora disposto a sostenere il suo nuovo partito e a riempire lo zaino? Tra gli irriducibili renzianers si confermano Serra e Micheli. Ma alcune new entry spuntano scorrendo le donazioni a favore dei comitati renziani Azione civile - Ritorno al futuro. Serra ha investito sull'amico Matteo altri 90mila euro. Circa 10mila euro sono arrivati da Gabriele Cipparrone e altri 25mila da Giancarlo Aliberti, entrambi di Apax Partners. Daniele Ferrero, primo azionista e ad della Venchi, azienda della cioccolateria, ne ha scommessi ben 100mila, l'imprenditore Lupo Rattazzi (figlio di Susanna Agnelli) 40mila. Si aggiungono le aziende come la Quintessentially Concierge (10mila euro) di Giulio Zambeletti che già nel 2015 aveva radunato circa duecento tra piccoli impreditori, professionisti, esperti della comunicazione e manager, per comprare una pagina del Corriere della Sera dal titolo «Noi continuiamo a sostenere Renzi» (costo: 140 euro a testa). Ad agosto sono arrivati inoltre 4mila euro dalla Ciemme Hospital (srl dell'imprenditore abruzzese, nonché presidente onorario del Pescara Calcio, Vincenzo Marinelli) che però compare anche tra i finanziatori di Forza Italia con 5mila euro. Manca per ora all'appello il nome di Oscar Farinetti, storico supporter renziano e fondatore di Eataly. Forse perché troppo impegnato nel cercare un partner nel Far East dopo aver accantonato per il momento la quotazione in Borsa e chiuso il bilancio 2018 con una perdita di 17 milioni.

E i veri poteri forti del credito? La curiosità del 2012 verso il giovane Renzi, per forza di cose, non c'è più. E le grandi banche, come il mercato, devono metabolizzare il governo Pd-M5s e non avrebbero gradito molto la mossa di Renzi che rischia di creare instabilità e incertezza.

Nel frattempo, si registra una scissione anche in quello che era il giglio magico. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha deciso di restare nel Pd. Sarà perché lunedì scorso due consiglieri del M5s a Palazzo Vecchio hanno votato a favore di due ordini del giorno collegati al programma e proposti dal Pd.

Uno sulle Olimpiadi 2032, e uno che sostiene persino la necessità del «completamento del nodo Alta Velocità».

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