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Fiori ai repubblichini? La fatwa di Sala censura la proposta

La proposta dell'assessore Carmela Rozza, stroncata dal sindaco Sala, piace alla destra di governo e non. Ma la polarizzazione del dibattito lo ha fatto naufragare e l'assessore rilancia: "Fermo restando che non si può non condannare la dittatura, bisognerà trovare un terreno comune dove incontrarsi"

Fiori ai repubblichini? La fatwa di Sala censura la proposta

Tutto tranquillo in quel del Musocco adesso che il sindaco Sala ha stroncato le aspirazioni pacificatrici dell’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza. Il prossimo 2 novembre non verrà deposto nemmeno un fiore sulle tombe del Campo 10, quello dove riposano i repubblichini, perché è stato stabilito che la pietas non è un valore universale bensì un privilegio da dispensare a targhe alterne e con il benestare dell’Anpi.

L’assessore rea d’aver proposto, a 21 anni di distanza dal discorso sui “ragazzi di Salò” dell’allora presidente della Camera Luciano Violante, la posa di una corona dedicata anche ai caduti della Repubblica Sociale è stata sconfessata. “La pietà – si è affrettato a puntualizzare il primo cittadino di Milano – non va confusa con il giudizio sul valore delle scelte compiute da ciascuno. Non ritengo, quindi, che una corona debba essere deposta al Campo 10”.

L’idea dell’esponente dem ha mandato su tutte le furie il gotha dell’antifascismo trovando, invece, unanime consenso tra le fila della destra di governo e non. “Né festa né odio” recitava a proposito delle celebrazioni del 25 aprile, più di vent’anni fa, un vecchio slogan del Fronte della Gioventù. Così dall’Ufficio di Presidenza di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Carlo Fidanza commenta: “Si è trattato di una proposta di buonsenso, il 2 novembre è di per sé una data in cui si commemorano tutti i morti. Purtroppo l’assessore non aveva fatto i conti con il ‘compagno Sala’ che su questi temi si è appiattito sulla peggior retorica antifascista”.

La “censura democratica” non stupisce nemmeno le “tartarughe frecciate”. Angela De Rosa, portavoce di CasaPound Milano, spiega: “L’ennesimo contentino all’Anpi, la reazione di Sala non ci stupisce, la scarsa statura morale ed umana dimostrata dal sindaco è sotto gli occhi di tutti”. Il comportamento del primo cittadino, prosegue De Rosa, “è inaccettabile, soprattutto dopo i recenti fatti di Savona, dove l’Anpi si è opposta alla targa in memoria di Giuseppina Ghersi accusandola, a soli 13 anni, di esser una brigatista e giustificandone il massacro”. Si è persa un’occasione “per fare bene”, insomma, e stemperare “il clima da guerra civile che, a distanza di tanti anni, ancora si respira in Italia”.

Delusione anche tra gli attivisti della formazione radicale Lealtà – Azione che, dalle colonne de Il Tempo, avevano plaudito alla proposta dell’esponente dem. Fausto Marchetti, uno dei responsabili del movimento, aveva infatti dichiarato: “Abbiamo letto dell’assessore di Milano che ha chiesto di portare la stessa corona di fiori sia al Campo della R.S.I. che a quello dei partigiani: Ecco, questa è l’Italia che vorremmo”.

“No, non sono delusa”. Sentita da Il Giornale.it a proposito del tam-tam di polemiche delle ultime ore, Rozza rientra nei ranghi e spiega: “Ha fatto bene il sindaco a toglier di mezzo l’imbarazzo, il dibattito intorno alla mia proposta era diventato ideologizzato ed avrebbe rischiato di ammazzare il figlio nel ventre”. Ma il nodo deve esser sciolto.

“Fermo restando che non si può non condannare le dittature – conclude facendo appello alle forze moderate del Paese – bisognerà trovare un terreno comune dove incontrarsi, superando le ideologie del Novecento, e misurarsi sulle proposte”.

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