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Mentana ci ripensa: "Non ci sono gli estremi per un passo giudiziario"

Il botta e risposta tra il leader del Movimento 5 Stelle e il direttore del Tg La7 sembra essere arrivato a una conclusione

Mentana ci ripensa: "Non ci sono gli estremi per un passo giudiziario"

"So che gli amanti del sangue social vorrebbero che lo scontro andasse avanti fino alle estreme conseguenze, e del resto su Twitter sta proseguendo nei miei confronti il trattamento che potrete verificare, da parte di tanti pasdaran che forse non aspettavano altro. Ma la rettifica (chiamiamola così) del m5s fa obiettivamente venir meno gli estremi per un passo giudiziario", così Enrico Mentana, con un post su Facebook, mette fine allo scontro con Beppe Grillo.

La querelle tra il leader del Movimento 5 Stelle e il direttore del Tg La7 è nata dopo che Beppe Grillo ha proposto, tramite il suo blog, l'istituzione di una giuria popolare per controllare le bufale pubblicate da giornali e televisioni che, secondo lui, sono "i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene". Nell'immagine che accompagnava l'accusa anche il logo del telegiornale condotto e diretto da Mentana.

Quasi immediata la reazione del direttore che, sia attraverso i social sia in diretta durante il tg, ha dichiarato di voler querelare Beppe Grillo per diffamazione. La risposta del leader 5 Stelle è giunta in mattinata quando, sempre sul suo blog, Grillo ha scritto: "Non se la prenda direttore, è stato fatto per par condicio per non far sfigurare troppo i suoi colleghi".

Da qui la decisione di Mentana di non querelare Grillo. Si legge nel post: "So che si scriverà che Grillo ha avuto paura della querela, che io ho avuto paura di perdere i telespettatori grillini, etc. Chissene, per quel che mi riguarda. Fuori dalla querelle legale resta un giudizio da parte mia duramente critico per l'idea delle giurie popolari: ai più ilari ricordano il festival di Sanremo, ai più preoccupati la Cina della Rivoluzione Culturale. Per me è solo un'idea sballata, concettualmente e fattualmente: anche il m5s ha scelto uomini suoi, e non, quando si è trattato di indicare la guida della commissione parlamentare di vigilanza o un consigliere di amministrazione Rai, seguendo criteri di competenza. Nessuno ha diritto a essere legibus solutus, ma gli organismi di garanzia non possono mai essere tribunali del popolo.

Comunque, viva il libero confronto senza anatemi e liste di proscrizione".

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