Cronache

Milano in balia della violenza paga il conto ai profughi

Mentre Milano è in preda alla violenza il sindaco Beppe Sala invoca l'arrivo dei militari quando è stato lui a svuotare la caserma Montello per dare ospitalità ai migranti

Milano in balia della violenza paga il conto ai profughi

Città insicura, immigrazione fuori controllo e soldi pubblici mal spesi. È questo il triste bilancio che emerge a pochi mesi dall’insediamento di Beppe Sala sulla poltrona di primo cittadino di Milano.

Il capoluogo lombardo vive un momento di grave difficoltà, dopo l’uccisione di un dominicano in via Padova e la rissa che ha coinvolto un gruppo di filippini davanti alla sede della Regione. Il sindaco Beppe Sala ha invocato l’arrivo di 150 nuovi militari per fronteggiare l’allarme criminalità di cui il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, continua a negare l’esistenza. “Milano è una città sicura, più di tante altre in Italia, i reati sono calati del 36% in dieci anni e del 7% negli ultimi tre e non c'è allarmismo”, hanno ripetuto all’unisono al termine del loro ultimo incontro. Ma i dati pubblicati sul Sole24 e forniti dal dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno dicono che nel Milanese vengono commessi 7636 crimini ogni 100mila abitanti.

L'immobilismo di Beppe Sala

I recenti fatti di cronaca dipingono, però, una realtà ben diversa, ma il neosindaco sembra non volerla vedere. “Sala si è accorto solo ora di aver superato il limite ma fino a venti giorni fa ha fatto lo zerbino del governo Renzi su tutte le questioni: immigrazione, legalità e sicurezza”, dice al Giornale.it il deputato della Lega Nord, Paolo Grimoldi. L’hub di via Sammartini ospita, infatti, 450 profughi ogni notte e Milano ha accolto circa 110mila migranti dall’ottobre 2013 (25mila nel 2016 fino al primo settembre) di cui 21mila sono minori non accompagnati, mentre i migranti ospitati nei centri Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) o Cas (Centri accoglienza straordinaria) si aggira attorno ai 3500-3600. Per la consigliera forzista di Milano, Silvia Sardone, a risentirne è la città e le sue periferie che soffrono col renziano Sala che sembra essersi svegliato troppo tardi. “Ora dice che vuole i militari ma si è scordato che è stato lui che li ha mandati via come ha fatto con le Voloire, il reggimento storico di artiglieria a cavallo della caserma Santa Barbara, quello che col suo cannone fa partire la StraMilano. Sono stati costretti a trasferirsi a Vercelli, col beneplacito del sindaco di Milano, perché dovevano liberare la Montello per metterci i migranti”, attacca la Sardone che sul tema ha presentato un esposto di 200 pagine alla Corte dei Conti “perché adesso i costi si triplicheranno”.

La caserma Montello in mano ai migranti

In merito alla grave situazione della caserma Montello il leghista Grimoldi ci racconta di aver fatto un sopralluogo una settimana fa. “La caserma al momento ospita oltre 150 migranti, ma ne può contenere un migliaio e quando ci sono andato non mi hanno fatto fare le foto, non mi hanno fatto documentare che ci sono i tavoli nuovi, la cucina nuova ed è tutto pagato con le tasse dei contribuenti. La verità è che c’è omertà”, attacca Grimoldi. Ma quel che è peggio è che, come ha recentemente testimoniato ilgiornale.it, mentre il Comune di Milano è impegnato a trovare una sistemazione per i migranti (in estate li aveva messi persino nel campo base dell’Expo), ignora gli italiani che sono rimasti senza un tetto e che dormono perlopiù alla stazione centrale di Milano. E, in questo contesto, quest’anno il capoluogo lombardo, secondo i dati del Viminale, riceverà 1 milione e mezzo di euro. Ma se Sala non potrà essere ricordato come un sindaco capace di gestire l’emergenza immigrazione, sarà difficile dimenticare i suoi sprechi. A fine ottobre, con le ultime 55 nuove assunzioni effettuate dal primo cittadino e dai suoi assessori, i costi per lo staff della giunta Sala hanno superato quelli di Giuliano Pisapia. Si tratta di personalità che hanno già lavorato con Sala e che sono state assunte con incarichi fiduciari a tempo determinato per chiamata diretta. Uno staff che alle casse del Comune di Milano costa ben 2,8 milioni l’anno.

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