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Pisapia lancia il nuovo partito: "Prodi premier? Ci metterei la firma"

Attorno alla figura di Pisapia prende forma una nuova "creatura" di sinistra. L'ex sindaco di Milano: "Se Prodi fosse disponibile a candidarsi a Palazzo Chigi..."

Pisapia lancia il nuovo partito: "Prodi premier? Ci metterei la firma"

Il 24 giugno a sciogliersi sarà il movimento di Bruno Tabacci, poi sarà la volta di quello di Lorenzo Dellai e il piano prevede che infine tocchi al Movimento dei democratici e progressisti. Per poi confluire nella "creatura" che sta prendendo forma attorno alla figura di Giuliano Pisapia. Si chiamerà semplicemente "Insieme". Non ci sarà, però, alcun riferimento al centrosinistra. "Ci vuole una personalità sopra le parti - ha commentato l'ex sindaco di Milano - Romano Prodi se fosse disponibile a candidarsi a Palazzo Chigi ci metterei la firma, però mi sembra che lui non sia disponibile".

"Nessuno escluso" recita la locandina di presentazione dell'iniziativa che si terrà il primo luglio in piazza Santi Apostoli, a Roma. Il "listone" avrà come rampa di lancio "Campo progressista" e, oltre a Pisapia, vedrà sfilare il presidente della Camera Laura Boldrini e Pierluigi Bersani. Sul palco non dovrebbe, invece, intervenire Massimo D'Alema che, però, ha sposato il progetto che vorrebbe con una connotazione più marcatamente di sinistra. Ci sarà, invece, la "benedizione" di Prodi (anche se soltanto con un messaggio). "Se Prodi fosse disponibile a candidarsi a Palazzo Chigi, ci metterei la firma, però mi sembra che lui non sia disponibile", ha detto Pisapia facendo così imbufalire i renziani.

All'indomani del prima luglio si dovrebbe formare un unico gruppo parlamentare anche se, all'interno di Mdp, c'è chi preferirebbe una federazione. La partita, ad ogni modo, si giocherà sulla riforma della legge elettorale. Pisapia vorrebbe puntare alle primarie per sfidare, in questo modo, Matteo Renzi. Nessuna porta chiusa per il segretario del Nazareno. "Ma - spiega un esponente di Mdp - non può certo fare il vecchio giochino di dividere Pisapia da D'Alema, non funziona".

"Non si può passare da un'ora all'altra da Berlusconi a Pisapia", mette in chiaro l'ex sindaco di Milano.

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