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Vietato coprirsi il volto. La svolta anti-burqa è legge in Danimarca

Copenaghen segue Francia, Belgio e Austria Multe fino a 1.300 euro, no all'ipotesi carcere

Vietato coprirsi il volto. La svolta anti-burqa è legge in Danimarca

Concesse le sciarpe d'inverno, le maschere nel periodo di carnevale e le protezioni imposte per legge, come il casco quando si va in moto. Vietati passamontagna, maschere da sci e, soprattutto, burqa e niqab, i veli integrali femminili previsti dalla religione islamica. La Danimarca, sulla scia di leggi analoghe già approvate altrove in Europa, ha introdotto una norma, che entrerà in vigore il 1 agosto, che vieta di coprirsi il volto nei luoghi pubblici. Distinguere le situazioni di reato e attuare effettivamente il divieto, però, non sarà semplice, e il governo di Copenaghen lo sa. Il ministro della Giustizia, Søren Pape Poulsen, ha detto che la polizia dovrà usare «il buon senso» nell'attuare la norma. «Gli agenti non dovranno svestire con la forza le persone», ha messo le mani avanti il ministro. I poliziotti potrebbero ordinare alle donne velate integralmente di tornare a casa oppure potrebbero trattenerle nel comando finché un familiare non le va a recuperare. «Se ci saranno situazioni bizzarre? Potrebbe accadere - ha continuato il ministro Poulsen - Ma stiamo elaborando un documento orientativo per le forze dell'ordine, in modo che gestiscano la situazione in maniera ragionevole».

La legge è stata approvata dal Parlamento danese con 75 voti a favore e 30 contrari (ma con 74 assenti), grazie ai «sì» dei Liberali, la formazione al governo, e all'appoggio dei Conservatori e del Partito popolare, che sostengono dall'esterno l'esecutivo di minoranza. Favorevoli anche i Socialdemocratici all'opposizione. Il testo definitivo prevede sanzioni a partire da mille corone (134 euro) per chi trasgredisce, che possono però salire fino a 10mila (1343 euro) in caso di recidiva. È stata stralciata dalla versione finale l'ipotesi del carcere, voluta inizialmente dai deputati del Partito popolare, formazione xenofoba e conservatrice.

La norma è già stata definita «anti-burqa», dal nome del velo islamico che copre per intero viso e corpo della donna, lasciando solo una finestrella o una retina per gli occhi, e che sarà vietato insieme con l'analogo niqab. Ma il governo, guidato dal premier Lars Løkke Rasmussen, ha replicato che non si tratta di una legge contro una certa religione e che il turbante, la kippah ebraica e il velo che lascia scoperto il volto non sono compresi nel divieto.

La Danimarca è solo l'ultimo di una serie di Paesi europei che hanno vietato i copricapi integrali nei luoghi pubblici. La prima fu la Francia, che nell'aprile del 2011 ha approvato una legge che prevede multe fino a 150 euro per chi non la rispetta e in base alla quale, nei cinque anni seguenti, sono stati redatti 1.600 verbali. Poi è stata la volta del Belgio, con regole analoghe, e infine, a ottobre dell'anno scorso, si è accodata l'Austria. Più moderata, invece, la Germania, che a metà maggio ha varato una legge in materia che introduce un divieto parziale: il velo integrale è bandito ad esempio per le forze dell'ordine, che devono avere il viso scoperto nell'esercizio delle loro funzioni, e chiunque lo indossi è tenuto a toglierlo in caso di controlli.

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha convalidato sia la legislazione francese sia quella belga.

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