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La regina Elisabetta non guiderà più l'automobile

La regina Elisabetta ha deciso di fare un passo indietro e, a quasi 93 anni, rinuncia a una delle cose che ama di più fare, cioè guidare l’automobile

La regina Elisabetta non guiderà più l'automobile

La regina Elisabetta non guiderà più l’automobile. A quasi 93 anni, la sovrana ha deciso di appendere il volante al chiodo e si accontenterà di essere una passeggera. La decisione è stata presa dopo l’incidente avuto dal marito, il principe Filippo, 97 anni, nel Norfolk, lo scorso gennaio. Il principe era uscito illeso dallo scontro, ma erano rimaste ferite le due persone a bordo dell’altra vettura. Gli inglesi avevano criticato il suo comportamento e lui aveva scritto una lettera ai feriti, definendosi “profondamente desolato”. A pochi giorni dall’accaduto lo abbiamo visto rimettersi di nuovo al volante ma, dopo poco tempo, la notizia della sua rinuncia alla patente è diventata ufficiale. Anche la regina, in quel periodo, era stata vista sfrecciare in auto sulle strade di Sandringham e senza cintura di sicurezza, come il marito.

In questo caso, però, c’è una spiegazione: la famiglia reale inglese non usa, di solito, le cinture di sicurezza in auto perché, come spiega Simon Morgan, ex agente della protezione reale, in un’intervista a Hello Magazine, in caso di pericolo devono essere in grado di uscire velocemente dall’auto e le cinture potrebbero rappresentare un ostacolo. Non di arroganza si tratterebbe, dunque, ma di semplici disposizioni per la sicurezza personale. Solo la regina, in tutto il regno, può permettersi di guidare senza patente e per un motivo molto semplice: i documenti di guida, infatti, sono emessi a nome di Sua Maestà e sarebbe un po’ bizzarro se Elisabetta “concedesse a se stessa” il diritto di guidare.

Nonostante la decisione presa, comunque, la sovrana potrà continuare a usare l’auto sulle strade private delle sue tenute. Nella sua storia personale i motori hanno un ruolo cruciale: nel 1945 la l’allora diciottenne principessa, desiderosa di servire il Paese, divenne sottotenente dell’ATS britannico, ignorando i consigli del padre, re Giorgio VI (in carica dal 1936 al 1952), il quale avrebbe preferito che continuasse a studiare. Elisabetta venne addestrata a un compito non esente da rischi, diventando un meccanico. Di giorno lavorava e di notte tornava al castello di Windsor. Non pretese mai alcun trattamento di favore. Dopo sei mesi di addestramento come autista e meccanico presso il Mechanical Transport Training Centre, venne nominata Secondo Subalterno N.230873 dell’Auxiliary Territorial Service (ATS). Alla fine della guerra fu promossa al grado di Junior Commander. A quell’epoca la giovane principessa era già colonnello dei Granatieri (carica ottenuta nel 1942) e a 18 anni fu nominata Counsellor of State durante le assenze paterne per motivi legati al conflitto in corso, iniziando, così, ad apprendere “sul campo” come governare uno Stato.

C’è anche un episodio divertente legato alla regina e alla sua passione per i motori, narrato da Sherard Cowper-Coles, ex ambasciatore del Regno Unito in Arabia Saudita, nella sua autobiografia “Ever the Diplomat”: nel 1998 Elisabetta invitò il re saudita Abdullah (allora ancora principe. Regnò dal 2005 al 2015), in visita al castello di Balmoral, in Scozia, a fare un giro in auto per visitare le sue tenute. Naturalmente al volante sedeva l’intrepida sovrana. Il principe, a quanto pare “leggermente” innervosito dal fatto di vedere una donna alla guida, si spaventò nel constatare la velocità sostenuta da Elisabetta, tanto da pregarla più volte di rallentare.

Cowper-Coles, però, dichiara che non si può rivelare ciò che dice un sovrano durante un’udienza privato, dunque nessuno sa, però, se la regina abbia ascoltato il consiglio del re terrorizzato.

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