Coronavirus

Il virus colpisce in 14 minuti: ecco come

Una normale conversazione potrebbe essere un veicolo per la trasmissione del virus. Gli ambienti chiusi sono i luoghi peggiori

Il virus colpisce in 14 minuti: ecco come

Anche parlare con un collega in ufficio potrebbe portare a trasmettere il coronavirus da una persona all’altra. Le goccioline prodotte durante la conversazione possono rimanere diffuse nell’aria fino a 14 minuti. Gli ambienti chiusi sono i più pericolosi. Fin dall’inizio ci è stato detto di evitare di stare accanto a soggetti che starnutiscono o tossiscono, perché il rischio di contagio, dovuto alle goccioline, i droplets, che vengono prodotte durante queste azioni è molto alto.

Anche una chiacchierata può essere pericolosa

Come riportato dal Corriere, una nuova ricerca pubblicata su Pnas, spiega come le goccioline in questione possano rimanere nell’aria tra gli 8 e i 14 minuti anche durante una normale chiacchierata. Stiamo parlando di migliaia di droplets di dimensioni superiori al millimetro. In ambienti chiusi, come uffici, bar, negozi, abitazioni, persone asintomatiche o con sintomi lievi possono comunque infettare chi hanno accanto.

Lo studio è stato condotto in laboratorio, dove però non si può esattamente capire la quantità di coronavirus necessario affinché avvenga il contagio. Questa ricerca comunque sottolinea una volta di più l’importanza di utilizzare le mascherine e mantenere la distanza di sicurezza al fine di evitare ogni possibile rischio. I droplets sono quelle goccioline respiratorie che emettiamo da naso e bocca, e che, per la forza di gravità, cadono verso il basso andandosi a posare su tavoli, indumenti, pulsanti. Insomma, su ogni superficie presente. Chi le tocca può poi contagiarsi portando semplicemente le mani al volto. Possono anche rimanere sospese nell’aria ed essere inalate da altre persone.

2.600 goccioline prodotte in un solo secondo

Gli studiosi del Mit, il Massachusetss Institute of Tecnology, hanno condotta una ricerca, poi pubblicata su Jama, secondo la quale uno starnuto produce un insieme di droplets che possono raggiungere i 6-8 metri di distanza. Le goccioline più grandi si depositano più velocemente, mentre quelle più piccole evaporano e vengono chiamate aerosol. Un colpo di tosse ne produce circa 3mila, ancor peggio gli starnuti che arrivano a circa 40mila. Durante uno studio condotto dai ricercatori del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases dell’Università della Pennsylvania, è stato chiesto a un gruppo di volontari di dire più volte, nella parte aperta di una scatola di cartone, le parole “stay healthy”, ovvero rimanere in salute. I laser usati durante l’esperimento hanno dimostrato che mentre venivano pronunciate le parole, in un solo secondo venivano emesse circa 2.600 goccioline. All’interno delle quali vi potrebbe benissimo essere il Covid-19.

Il team di ricerca, guidato da Philip Anfinrud e Adrian Bax, ha stimato in circa 4 micron la grandezza media delle goccioline sospese nell’aria, che si sono rimpicciolite dal 20 al 34% a causa dell’evaporazione della parte acquosa, rispetto ai 12-21 micron di quelle appena emesse. Se poi si parla ad alta voce si emettono ancora più goccioline e di dimensioni maggiori. In un minuto di conversazione un soggetto positivo può andare a produrre all’incirca 1000 goccioline contenenti il virus che possono permanere nell’aria dagli 8 ai 14 minuti.

Gli studiosi hanno spiegato che “queste osservazioni confermano che esiste una sostanziale probabilità che il parlare normale causi la trasmissione di virus nell’aria in ambienti chiusi”. Ancora non si sa se tutte le goccioline emesse siano realmente infette, oppure se vi debba essere al loro interno una minima quantità di virus perché una persona venga contagiata. Nel dubbio, meglio comunque evitare di parlare vicini, mantenendo la distanza di sicurezza di un metro e mezzo.

Meglio se con mascherina e in un ambiente aperto.

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