Inizia lo sgombero di Conetta: niente accoglienza a chi rifiuta
12 Dicembre 2018 - 13:16Comincia oggi lo svuotamento che porterà alla chiusura definitiva del campo di Conetta. Alle 14 parte l'operazione. A chi rifiuta la nuova sistemazione sarà tolta l'accoglienza
Comincia oggi alle 14 lo svuotamento del centro accoglienza di Conetta. Quello svuotamento che dovrebbe portare alla chiusura definitiva del campo, finito più e più volte nelle cronache nazionali.
Alle 14 gli uomini della Polizia di Stato del commissariato di Chioggia e i carabinieri della citttà clodiense, cominceranno le operazioni di trasferimento. Circa 42 - 45 richiedenti asilo, ora sono meno di 200, verranno trasferiti in altre strutture. Stessa sorte venerdì. Venerdì è prevista la presenza di un sottosegretario degli Interni. Ma regole ferree stavolta, non come quando i profughi scapparono e poi tornarono e poi riscapparono di nuovo e poi pure si lamentarono se per caso la nuova struttura non fosse stata di loro gradimento. Ecco, stavolta no, stavolta a chi rifiuterà la nuova sistemazione sarà revocata l'accoglienza, spiega una fonte in esclusiva al Giornale.it.
Un centro quello di Conetta che è arrivato a ospitare oltre 1600 richiedenti asilo. Il Giornale è riuscito a entrare più volte dentro quell'accatastamento di esseri umani, gestito dalla cooperativa Ecofficina, ora Edeco, già plurindagata: truffa, falso, maltrattamenti truffa, associazione per delinquere e fatturati con cifre a sette zeri. Proprio quella cooperativa sì che "ne abbiamo fatte di schifezze", disse l'ex prefetto di Padova.
La base militare, in via Rottanoova, comincia a ospitare i migranti nel luglio 2015. Si era partiti con una cinquantina poi le cifre si sono quintuplicate. Ad aprile 2016 erano quasi 700, a settembre 900 e l'anno scorso si era raggiunta la quota dei 1.600. Poi a novembre dello scorso anno, esattamente il 13, i richiedenti asilo si stancarono e iniziarono la grande marcia. Disposti in fila lungo le strade di Conetta, invasero il paese e i paesi limitrofi gridando "Cona no buono, Cona no buono, andiamo". E ne sanno qualcosa i poliziotti, i carabinieri, l'ex commissario capo Antonio Demurtas, il prefetto, il sindaco Alberto Panfilio, il questore, i dirigenti delle squadre mobili, i vicari dei prefetti, i giornalisti, tutti a seguire la grande marcia.
In venti giorni i richiedenti asilo mobilitarono il mondo, finendo in tutte le cronache. Andarono da Conetta a Codevigo nel padovano, da Codevigo a Piove di Sacco, da Piove di Sacco a Padova, da Padova a Rubano, da Rubano a Malcontenta nel venziano, da Malcontenta a Spinea e poi, poi alcuni tornarono a Conetta. Duecentoquarantotto vennero ricollocati ma anche lì protestarono perché forse era meglio Conetta. Il campo iniziò a diminuire di numeri, fino all'incendio di settembre scorso, quando un tendone che ospitava cento profughi prese letteralmente fuoco. Da lì il campo cominciò a svuotarsi sempre più. Il vice premier Matteo Salvini nel frattempo chiuse il vicino campo di Bagnoli di Sopra nel padovano - nel raggio di sei chilometri infatti c'erano due hub con oltre 2400 richiedenti asilo in alcuni periodi - e poi promise di chiudere Conetta.
Aspettiamo.