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Immigrati, la Ue dopo le stragi: "Le nostre porte restano aperte"

In Europa aumentano le violenze degli immigrati. È il frutto delle politiche di accoglienza della Merkel. Ma la Ue non chiude le porte

Immigrati, la Ue dopo le stragi: "Le nostre porte restano aperte"

Sull'accoglienza agli immigrati Bruxelles non impara la lezione. Commentando i recenti episodi di violenza che hanno colpito la Germania, il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, ha messo in chiaro che le porte dell'Unione europea "rimangono aperte a chi fugge da guerre e persecuzioni, e a quanti cercano asilo, ma ci difenderemo dagli attacchi contro il nostro stile di vita". Non cambierà, insomma, la politica dell'accoglienza imposta da Angela Merkel a tutti i Paesi del Vecchio Continente nonostante la bomba immigrazione stia facendo esplodere l'emergenza sicurezza. I due fenomeni sono, infatti, sempre più legati al terrorismo islamico.

Ieri notte ad Ansbach un rifugiato siriano si è fatto esplodere facendo diversi feriti. Non è un caso isolato. Anzi. Gli episodi di violenza messi a segno da immigrati e profughi sono in netto aumento. Lunedì scorso sulla linea ferroviaria tra Wurzburg-Heidingsfeld e Ochsenfurt un rifugiato afgano di 17 anni, Muhammad Riyad, ha assalito con una accetta i passeggeri all'urlo "Allahu Akbar". Ieri, a Reutlingen, un 21enne siriano ha ammazzato a colpi di machete una donna incinta. È il boomerang dell'accoglienza che si ritorce contro la cancelliera Angela Merkel che ha aperto le porte del suo Paese e dell'Unione europea agli immigrati. Eppure, nonostante l'evidente fallimento di questa politica, Bruxelles non si decide a chiudere le frontiere agli immigrati e andrà avanti ad accoglierli.

"Continuiamo a batterci per un bilanciamento tra diritti e sicurezza", ha assicurato Schinas. Che, però, si è affrettato ad assicurare: "Controlleremo i nostri confini, faremo in modo che l'acquisto di armi sia sempre più difficile - ha aggiunto - e approfondiremo la cooperazione fra i servizi di intelligence e di sicurezza". Il portavoce Ricardo Cardoso ha, comunque, confermato la stretta sulle armi da fuoco, con un pacchetto di misure presentato lo scorso novembre dalla Commissione Ue. Misure che difficilmente basteranno ad annientare il dilagare del terrorismo islamico. Solo in Germania, secondo i dati della polizia federale criminale, sono circa 410 gli immigrati sospettati di possibili legami con il terrorismo.

Un dato che segna un significativo aumento rispetto ai 369 casi registrati a maggio.

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