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Tribunale dell'Aia definisce "illegittime" le sanzioni Usa all'Iran

All’indomani del verdetto, gli Usa hanno annunciato il loro recesso dal trattato di amicizia e cooperazione stipulato con l’Iran nel 1955

Tribunale dell'Aia definisce "illegittime" le sanzioni Usa all'Iran

La Corte internazionale di giustizia ha dichiarato “illegittime” le sanzioni varate da Trump nei mesi scorsi ai danni dell’Iran. In particolare, il verdetto del tribunale dell’Aia, adottato in via cautelare, impone agli Usa di revocare immediatamente i provvedimenti restrittivi imposti riguardo alle esportazioni di cibo, medicinali e componenti per l’aeronautica. La Corte ha emesso tale pronuncia “di somma urgenza” nell’ambito della causa intentata lo scorso luglio dalla Repubblica islamica. Il Paese degli ayatollah aveva infatti citato in giudizio gli Stati Uniti davanti all’organo Onu accusandoli di avere commesso una “grave violazione” del diritto internazionale, rappresentata proprio dal varo delle sanzioni anti-Teheran.

Il tribunale dell’Aia ha adottato tale ordinanza “indifferibile e urgente” una volta constatata la “drammaticità” dell’attuale situazione economica iraniana. Ad avviso della Corte Onu, i provvedimenti restrittivi sul piano commerciale disposti da Trump lo scorso maggio avrebbero “aggravato” la recessione in corso nel Paese asiatico. I magistrati sostengono che il divieto Usa alle esportazioni verso l’Iran di cibo, medicinali e attrezzature mediche starebbe producendo effetti “drammaticamente dannosi” per le condizioni di salute degli abitanti della Repubblica islamica. Secondo l’organo giudiziario, inoltre, la decisione di Trump di negare a Teheran l’acquisto di componenti per l’aeronautica metterebbe a rischio “l’incolumità dei passeggeri dell’aviazione civile iraniana”. Le ritorsioni commerciali disposte dalla Casa Bianca nei confronti di prodotti indispensabili per la salute delle persone e per la sicurezza dei trasporti integrerebbero quindi, ad avviso dei magistrati Onu, una “palese violazione” delle norme internazionali. La politica anti-iraniana promossa finora dal presidente statunitense costituirebbe infatti una violazione del trattato di amicizia e cooperazione stipulato dalle due nazioni nel 1955. Tale accordo obbliga i contraenti ad astenersi da “qualsiasi iniziativa diretta pregiudicare l’incolumità e i bisogni essenziali della popolazione civile”.

La pronuncia cautelare dell’organo Onu è immediatamente efficace. Quest’ultima vincola gli Usa, parte soccombente, a revocare “al più presto” le limitazioni finora vigenti circa il commercio dei prodotti considerati dal tribunale “fondamentali per il benessere dei cittadini iraniani”. Tuttavia, ogni provvedimento adottato dai giudici dell’Aia, per essere attuato, ha bisogno della disponibilità del Paese uscito sconfitto dal contenzioso. Di conseguenza, la decisione del collegio potrà avere esecuzione soltanto se il governo americano vi acconsentirà. Dopo avere intimato agli Usa la revoca di tali sanzioni, la Corte ha esortato i due Paesi ad astenersi, in attesa della sentenza definitiva sulla causa intentata a luglio dalla Repubblica islamica, da iniziative suscettibili di “esasperare” il già profondo dissidio creatosi tra Washington e Teheran.

L’Amministrazione Trump ha reagito all’ordinanza disposta dal tribunale denunciando l’"illegittimità" di quest’ultima e affermando di non volere dare esecuzione al verdetto.

Il Segretario di Stato, Mike Pompeo, ha quindi annunciato il recesso Usa dal trattato di amicizia stipulato con l’Iran nel 1955.

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