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"Il testo è quello e non cambia". Così Salvini gela Di Maio

Dl Fiscale, il grillino grida al complotto. Ma il ministro dell'Interno: "Lo abbiamo firmato. Si prenda le proprie responsabilità"

"Il testo è quello e non cambia". Così Salvini gela Di Maio

La parola fine, o quella d'inizio dello scontro vero e proprio, la mette il ministro Salvini. "Il decreto fiscale non cambia - dice da Bolzano il leghista - Quello che abbiamo discusso per ore e ore poi ho ritrovato scritto nel testo, con l'accordo di tutti, lo abbiamo firmato tutti. Ognuno si prenda le sue responsabilità". Tradotto: non esiste nessuna "manina" né modifiche sono state apportate al dl, come invece denunciato da Di Maio.

Che lo scontro fosse nell'aria era evidente. Ieri sera Di Maio aveva lanciato il sasso denunciando modifiche al decreto sulla parte che riguarda la pace fiscale e i condoni. Tutto il movimento gli era andato dietro, alla caccia di un colpevole per quella norma che proprio non va giù all'elettorato pentastellato. "Lunedì prima del Consiglio dei ministri c'è stato un tavolo politico in cui l'accordo raggiunto prevedeva nessun condono penale e niente scudo fiscale sui capitali esteri - ha attaccato il viceministro Castelli (M5S) - Adesso Garavaglia e la Lega ci dicono che approvano una norma che introduce condoni penali e scudi fiscali per capitali all'estero? Allora c'è un problema politico". Non solo. Perché il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha aggiunto che "nel testo del decreto fiscale sono state inserite norme non concordate in Consiglio dei Ministri". "Se qualche nostalgico del passato pensa di fermare il cambiamento si sbaglia - ha detto - quelle norme spariranno. Alle Camere invierò solo un testo pulito: con noi niente scudi né condoni".

Ma la Lega non sembra disposta a cedere. La sindrome da manina di Di Maio viene rigettata indietro e senza appelli. Prima Garavaglia e poi Giorgetti hanno smentito modifiche tra il testo licenziato dal Cdm e quello prossimo ad andare al Colle. E mentre la spaccatura tra Lega e M5S sembrava allargarsi sempre di più, a dare il colpo finale arrivano le dichiarazioni da Bolzano del ministro dell'Interno. "Domani quale Consiglio dei ministri? Io arrivo da Mosca", dice Salvini negando l'ipotesi (paventata da alcuni) di tornare di nuovo al tavolo per discutere le norme contenute nel dl Fiscale. "Quale manina? Per ogni cosa non possiamo incontrarci. Domani sono in Trentino e domenica entro in clima derby (inteso come Inter-Milan, ndr). Io vado avanti come sul tunnel del Brennero, è inutile fare buchi e poi fermarsi". E ancora: "Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche. Questo è un governo che non ha timidezze, problemi o complotti contro. In consiglio dei ministri c'erano tutti, non c'ero solo io".

In realtà Giuseppe Conte ha spiegato che il Cdm potrebbe tenersi sanato. In merito al passaggio contestato dai grillini, però, il ministro dell'Interno è chiaro: "Il giallo non l'ho trovato io e non l'ho tirato fuori io. Se qualcuno ha idee diverse lo dica, però su questo, come su altri decreti, si discute, si trova la quadra e poi si va avanti. Non possiamo rifare il consiglio dei ministri ogni quarto d'ora. Per me è cosa fatta. Quando prendo un impegno, quando firmo un contratto con Di Maio e con gli italiani, lo mantengo. Quando approvo un decreto lo mantengo. Non possiamo ricominciare tutto d'accapo.

Non si può costruire di giorno e smontare di notte".

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