Lunedì mattina, Milano: parte l'ennesima occupazione di un liceo del capoluogo lombardo. Il collettivo Rebelde del liceo Parini di Milano blocca l'ingresso alla scuola. Nessuno può entrare se non gli studenti che aderiscono all'occupazione: restano fuori due terzi di tutti gli alunni, compresi quelli del quinto anno, i professori e il personale Ata. Gli ingressi sono bloccati da un picchetto di ragazzini ideologizzati ma il preside, con la forza, riesce a superare il cordone e si insedia nel suo ufficio. Ha deciso che presidierà "il fortino" fino alla fine, anche dormendo nel suo ufficio.
"Per me l’occupazione è un atto di fascismo. È una manifestazione violenta e antidemocratica", ha detto al Corriere della sera senza troppi giri di parole. "Una minoranza che impone la propria volontà alla maggioranza è il contrario della democrazia. Se impedisci con la forza a qualcuno di entrare in un liceo sei un violento", ha proseguito il preside, che al contrario di molti suoi colleghi sembra non avere remore nel definire le cose per quello che sono. "Forse a dire 'prigioniero politico' ho esagerato, ma tutto il resto lo penso. Per me l’occupazione è un atto di fascismo e il fascismo non attecchirà mai al Parini", ha detto con determinazione. Un preside controcorrente, giovane, che dà e chiede rispetto agli studenti, che stavano programmano questa occupazione da circa una settimana, senza sapere nemmeno perché, solo per il gusto di farla. "Hanno chiesto il sostegno di movimenti studenteschi esterni", ha proseguito il preside, movimenti che sono i soliti Cambiare rotta e Osa, immancabili in ogni occupazione. Il preside ha garantito che se non entreranno esterni e se non ci saranno problemi non verranno presi provvedimenti, ma la fiducia è ormai persa.
Di presidi così appassionati e determinati ce ne vorrebbero di più nelle scuole italiane ma poi, purtroppo, ci sono i sindaci come Beppe Sala che, ancora una volta, per cercare qualche consenso, fanno pat-pat sulle teste dei violenti. "Ho trovato fuori luogo le dichiarazioni del preside. Definirsi prigioniero politico e dare dei fascisti ai ragazzi mi sembrano dichiarazioni fuori luogo, se vogliamo definirle in maniera benevola, ma sono proprio cose da evitare", ha detto il sindaco di Milano, che non ha ancora condannato la violenza dei collettivi e dei centri sociali contro la polizia avvenuta domenica. Finché ci saranno esponenti della politica pronti a giustificare ogni tentativo di violenza, ci saranno giovanissimi convinti di essere legittimati. Oggi sono le scuole, domani, ma forse già oggi, saranno i cortei.
"Dovrebbe dare il buon esempio ai ragazzi e condannare ogni atto contrario alla legge. Invece, il sindaco e l’intera sinistra sembra proprio fomentino le occupazioni abusive, dentro agli edifici scolastici così come negli altri stabili pubblici o privati, e si guardano bene dall’intervenire contro i delinquenti", è il commento di Samuele Piscina, consigliere comunale di Milano e Segretario provinciale della Lega.
"È davvero questa l’educazione che vogliamo dare ai nostri giovani? Le pratiche poco democratiche di buona parte della sinistra le conosciamo, ma davvero il Primo cittadino vuole lasciare intendere che i ragazzi che bloccano le lezioni e distruggono una scuola non sono un problema, attaccando pubblicamente l’unica figura che sta cercando di insegnargli le regole, ossia il preside?", è la domanda di Piscina, per la quale la risposta si conosce, purtroppo, molto bene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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